frei denken. 06/2009.pdf

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(file: @@FD-062009.pdf@@)94. Jahrgang I Nr. 6 I Juni 2009 Kein Schnitt ins Leben! Am 22. Juni 2009 läuft die Vernehmlassungsfrist ab für einen neuen Gesetzesartikel, der die «Verstümmelung weiblicher Genitalien» als eigenen Tatbestand unter Strafe stellt. Zudem soll – im Unterschied zum geltenden Recht – eine im Ausland begangene Verstümmelung weiblicher Genitalien in der Schweiz auch dann bestraft werden können, wenn sie am Tatort selber nicht strafbar ist. Ein klares Signal gegen eine Praxis, in der Mädchen unter dem Vorwand einer Ferienreise in ihr Herkunftsland verbracht und dort beschnitten werden. Der Zentralvorstand der FVS hat eine Stellungnahme verabschiedet, welche die Aufnahme des Tatbestandes und die Freiheitsstrafe für dieses Verbrechen unterstützt. nitalverstümmelung gefällt worden gegen eine in der Schweiz lebende Somalierin, die nicht verhindert hatte, dass ihre 13-jährige Halbschwester bei einem Ferienaufenthalt im Herkunftsland beschnitten wurde. Die ältere Schwester wurde wegen Verletzung von Fürsorge- und Erziehungspflichten schuldig gesprochen und zu einer bedingten Freiheitsstrafe von sechs Monaten verurteilt. Kurz darauf hat das Zürcher Obergericht gegen ein geständiges und reuiges Elternpaar aus Somalia eine zweijährige bedingte Freiheitsstrafe wegen Beschneidung der Tochter aus gesprochen. Die Mutter, die als Mädchen in ihrem Herkunftsland selber die gravierendste Beschneidungsform erlitten hatte, machte vor Gericht glaubhaft, dass sie bis 1998 nicht gewusst habe, dass es unbeschnittene Frauen gibt und dass solche Eingriffe von keiner Religion verlangt werden. 1996 hatte sie zusammen mit ihrem Mann einen durchreisenden somalischen Beschneider beauftragt, ihre zwei Buben und die damals zweijährige Tochter an ihrem Wohnort im Zürcher Oberland zu beschneiden. Erst elf Jahre später kam die Sache anlässlich eines Arztbesuches ans Tageslicht. Geltendes Recht Genitalverstümmelung ist eine Verletzung der körperlichen Unversehrtheit eines Mädchens. Nach geltendem Recht wird sie als schwere Körperverletzung eingestuft. Im Juni 2008 war in Freiburg ein erstes Urteil wegen Ge- > Pagina 2 «Il pontefice romano presenta alternativamente i vantaggi e i rischi di trattare i seguaci di Maometo da alleati-concorrenti. » Guido Bernasconi > Seite 3 Delegiertenversammlung 2009 > Seite 5 «14 afrikanische Staaten haben die Genitalverstümmelung verboten. Aber es bleibt noch viel zu tun – auch in Europa!» Waris Dirie, Anwältin der Frauen > Seite 5 «Standardmässig und gedankenlos werden Knaben beschnitten – bei uns in Europa!» Lukas Stoermer, Jurist, Journalist > Seite 6 Alle Prozessbeteiligten bejahten, dass die Eltern sich in einem Rechtsirrtum befunden haben, der allerdings vermeidbar gewesen wäre. Das Gericht attestiert den Eltern, sie hätten ihren Fehler erkannt und daraus die Lehren gezogen. Die beiden jüngeren Töchter wurden nicht mehr beschnitten. wurden. Zu den Betroffenen gehören vor allem Migrantinnen aus Somalia, Äthiopien und Eritrea. Verjährung Bei einer schweren Körperverletzung verjährt die Strafverfolgung nach 15 Jahren. Richtet sich die Tat gegen Kinder unter 16 Jahren, dauert die Verfolgungsverjährung in jedem Fall mindestens bis zum vollendeten 25. Lebensjahr des Opfers. Die FVS hat sich in ihrer Stellungnahme für eine > Seite 4 7'000 Betroffene In der Schweiz leben laut einer Studie des Kinderhilfswerks Unicef über 7000 Frauen, deren Genitalien verstümmelt Kreationisten verwirren die Diskussion mit Scheinproblemen. 2 libero pensiero. 6/2009 La Santa Alleanza dei monoteisti Guido Benasconi «Mi farò pellegrino di pace, nel nome dell’unico dio che è padre di tutti». In questi termini Joseph Ratzinger aveva riassunto le motivazioni della sua trasferta in Terra Santa. Così esprimendosi, il capo supremo dell’organizzazione clerico-cattolica intendeva autoproclamarsi portavoce del Padreterno in una missione pacificatrice, ma israeliani e arabi hanno finto di non rilevare tale presuntuoso atteggiamento e hanno preso l’anelito pacifista come un saluto secondo la formula in uso da quelle parti (salam alaikum, shalom). Va ricordato che nel 1964 il papa Montini (Paolo VI) e nel 2000 il papa Wojtyla (Giovanni Paolo II) si erano recati nella tormentata regione con analoghi auspici, ma né l’uno né l’altro avevano visto esaudite le loro speranze. Il contenzioso tra i popoli mediorientali ha radici lontane ed è oltremodo complesso nelle sue motivazioni: certamente non è riducibile alla sola «questione palestinese». L’innesto del fattore religioso sulle problematiche etniche, politiche, sociali ed economiche ha tuttavia reso impossibile ogni soluzione negoziata tra le parti in causa. Sulle questioni di fede ogni conciliazione è, infatti, impossibile. Si può comunque osservare che il conflitto arabo-israeliano è spesso servito da valvola di sfogo alle tensioni interne dei diversi Paesi della regione. Dialogo «trilaterale»? Presentatosi quale piccione viaggiatore recante nel becco il ramoscello d’ulivo per rendersi gradito ai seguaci delle altre due «religioni del libro», il Ratzinger non ha suscitato entusiasmi né tra gli ebrei né tra i musulmani: gli uni e gli altri hanno tenuto a ricordare che se le relazioni trilaterali sono tutt’altro che buone, anche i cristiano-cattolici hanno contribuito a suo tempo a creare motivi d’attrito, soprattutto per le antiche ferite non sanate. A tal proposito, esemplare è stato il discorso di benvenuto che il principe giordano Ghazi Bin Talal ha rivolto al papa. Parlando in nome del re Abdallah, il principe Ghazi ha ricordato, ipocritamente lodandola, l’autocritica cui era stato costretto il Ratzinger dopo il putiferio sollevato dalla sua improvvida «lectio magistralis» di Regensburg nel 2005. Il richiamo a quell’infelice episodio mostra che gli islamici non hanno ancora del tutto digerito il modo subdolo con cui il capo della Chiesa cattolica aveva pretestuosamente preso a prestito le parole usate, oltre sei secoli or sono, da un imperatore bizantino per denunciare il bellicoso espansionismo dei seguaci del profeta Maometto. Non meno significativa è stata l’attitudine degli organi di stampa israeliani, secondo i quali il papa, pur denunciando i misfatti commessi all’insegna dell’antisemitismo (ovvero dell’antigiudaismo), ha taciuto sull’identità dei malfattori e non ha nemmeno accennato alla responsabilità diretta della Chiesa nella plurisecolare persecuzione del «popolo deicida». È interessante rilevare che nel memoriale del genocidio, lo Yad Vashem, è rimasto esposta l’immagine di Pio XII munita della didascalia ove si menziona il colpevole silenzio in cui si era rifugiato il «Pastor angelicus» durante tutta la Seconda Guerra Mondiale. Eppure, nella speranza di trovare interlocutori disponibili, il «vicario di Cristo» non si è stancato di insistere sull’importanza del «dialogo trilaterale» tra i seguaci dei tre monoteismi abramitici. Tra i tanti sproloqui da lui pronunciati, ha suscitato non poche perplessità il richiamo al «ruolo centrale svolto, nelle rispettive tradizioni religiose, dal comandamento dell’amore». In effetti, è anche troppo conosciuta l’influenza nefasta che le tre rivelazioni dell’unico dio hanno avuto nella storia dell’umanità. Tuttavia, anche dai peggiori mali, può nascere un bene, dato che le vie della «divina provvidenza» sono imperscrutabilmente infinite. Luoghi santi: patrimonio universale Il fatto è che il Ratzinger non poteva esimersi dal marcar presenza nei luoghi della supposta incarnazione divina nella persona del Gesù nazareno. Da Paolo VI in poi a tutti i «successori del principe degli apostoli» preme ricordare a ebrei e musulmani (e ovviamente ai cristiani d’altra bottega) che i «luoghi santi» non appartengono in esclusiva a chi li detiene, pro tempore, sotto la propria giurisdizione politico-militare. Non è dunque un caso che il vescovo di Roma proponga l’internazionalizzazione di Gerusalemme e auspichi l’accesso agevolato a tutte le località che sono state teatro degli eventi ricordati nelle diverse leggende religiose. In tale contesto va inserito il pressante appello ai cattolici perché non abbandonino il Medio Oriente e «riescano a trovare nella fedeltà al Cristo il coraggio di rimanere», ottemperando al «ruolo provvidenziale» loro affidato di presidio minoritario… in partibus infidelium. Fideismo contro il relativismo Per intima convinzione, il Ratzinger si sente investito della missione di portare ovunque la «buona novella»: con l’obiettivo di convertire l’umanità intera all’unica verità salvifica di cui la sua Chiesa è detentrice esclusiva. Alla testa per oltre un ventennio della Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede (il famigerato Sant’Uffizio), egli ha dato prova di un rigore teologico e di una inflessibilità disciplinare che testimoniano della sua totale indisponibilità a qualsiasi concessione. Tuttavia, diventato papa, si è reso conto che una cosa è la salvaguardia dell’ortodossia interna, altra è il confronto con un mondo estraneo. Bene o male, ha dovuto capire che se si vuol parlare agli altri, occorre per lo meno fingere di essere disposti ad ascoltare quel che essi hanno da dire, poiché senza reciprocità non esiste dialogo. Il fatto è che chi è avvezzo a comunicare in modo catechistico non accetta mai di mettere veramente in discussione i fondamenti della propria fede. Per ora, dunque, il Ratzinger si è limitato e dire la sua, ma più che un invito al dialogo in vista dell’unificazione, il suo è stato un appello a una generica santa alleanza monoteista contro la miscredenza razionalista. Con tutta la ripugnanza che personalmente prova per le credenze «sbagliate», egli è consapevole che esiste uno spartiacque tra credenti e non credenti e che può far comodo lasciare all’integralismo islamico il compito di avanguardia fideista contro il relativismo laicista seminatore di dubbi. Ciò, naturalmente, non gli impedisce di sfruttare, da doppiogiochista, l’inquietudine degli «occidentali» (credenti e no) nei confronti dell’estremismo musulmano. Così può proporre, a scopo difensivo, alleanze identitarie ancorate alle supposte «radici cristiane» degli europei nonché degli euro-oriundi sparsi nei diversi continenti. Il viaggio in Medio Oriente, è venuto a confermare che il pontefice romano intende proseguire, credendola vincente, nella sua politica di «apertura» ai fratelli mussulmani, presentando tuttavia alternativamente i vantaggi e i rischi di trattare i seguaci di Maometto da alleaticoncorrenti. Così facendo scherza con il fuoco, ma non se ne cura, anche perché conta sulla prospettiva che a scottarsi siano gli altri. N.B. Statistiche alla mano, più della metà della popolazione del globo è etichettata come inclusa nei fedeli di matrice abramitica, mentre i miscredenti (atei, agnostici e areligiosi) assommano a un buon quindici per cento. Ora, poiché è imminente il censimento universale decennale, le organizzazioni confessionali faranno, ciascuna pro bottega propria, in modo che i dati relativi alle opzioni religiose vengano a confermare la loro importanza numerica e quindi la loro rilevanza sociale. Sarebbe perciò opportuno che le associazioni laiciste iniziassero, a loro volta, un’efficace controinformazione su larga scala per evitare che, una volta di più, il numero dei credenti sia gonfiato artificiosamente dall’irreggimentazione dei «fedeli per inerzia», sulla falsariga dell’antico criterio «cujus regio, ejus religio». 6/2009 frei denken. 3 Sonntag, 17. Mai 2009, 10:00, Restaurant «Aarhof» Dank aus Graubünden Liebe UnterstützerInnen der Ethikinitiative, wie ihr gestern wohl bereits erfahren habt, konnten wir mit der Ethikinitiative nicht eine Mehrheit überzeugen. Wir freuen uns aber, dass der Gegenvorschlag angenommen wurde, der zwar ein fauler Kompromiss ist, aber immerhin eine Lektion Ethikunterricht an der Volksschule einführt. Dies haben wir eindeutig der Ethikinitiative zu verdanken. Hätten wir nicht Druck aufgebaut, wären die Kirchen auch in zwei Jahrzehnten wahrscheinlich nicht auf die Idee gekommen, ihren in die Jahre gekommenen Religionsunterricht zu modernisieren. Wir haben einen wichtigen Teilsieg errungen, der erste Schritt ist gemacht. Dafür danken wir euch allen für eure Unterstützung: flyern, plakatieren, diskutieren, überzeugen, Leserbriefe schreiben, oder einfach nur für eine ethische Zukunft zu stimmen. Wir konnten ein sehr wichtiges Zeichen setzen! Wir können mitentscheiden und mitgestalten, wie unser Kanton aussehen soll! In diesem Sinne hoffen wir darauf, dass ihr euch auch weiterhin für einen modernen Kanton Graubünden einsetzt! Danke! Clau Dermont JUSO Schweiz FVS-Delegiertenversammlung in Olten 41 von 54 Delegierten haben an der DV 2009 in Olten teilgenommen. CoPräsident Stefan Mauerhofer begrüsste die anwesenden Delgierten und Gäste, richtete die Grüsse der noch im Mutterschaftsurlaub weilenden Co-Präsidentin Sylvia Steiner aus und führte zügig durch die Traktanden. Bilanz des Jubiläumsjahres: ein Vielfaches an Besuchen auf unseren Webseiten, rund 2'000 BesucherInnen an den Vorträgen, rund 200 Probeabonnenten und ein deutlicher Mitgliederzuwachs – vorerst in der Sektion St. Gallen. Auf der Gegenseite stehen etliche Austritte aus der Sektion Winterthur, aus Protest gegen den ZV und gegen die Stellungnahme zur Minarett-Initiative. Rückschau auf das Jubiläumsjahr Im Jahresbericht des Zentralvorstandes wurde Rückschau auf ein ereignisreiches 2008 gehalten. Im Zentrum stand die Werbekampagne für www.konfessionsfrei.ch, welche zuerst durch die Medien in St. Gallen, und später durch «20 Minuten» in der Deutschschweiz verbreitet wurde. Sie hat insgesamt rund 25'000 Franken gekostet und wurde zu 20% von der Zentralkasse unterstützt. Bis heute haben sich auf www.konfessoinsfrei.ch mehr als 460 Menschen mit persönlichen Kommentaren geoutet – Einträge aus der Romandie und dem Tessin gibt es allerdings erst vereinzelte. Die Novembervorträge haben – ausser in Solothurn – überall ein sehr grosses Publikum gefunden. Viele der rund 2'000 BesucherInnen haben sich nach einer Fortsetzung erkundigt. Diese ist bereits in Planung. Rund 35'000 Franken wurden für die Anlässe ausgegeben, davon kamen ca. 15% aus der Zentralkasse. Rechnung 2008 Abgesehen von einem ausserordentlichen Aufwand für die Renovation der letzten der neun Wohnungen im Freidenkerhaus wurde das Budget eingehalten. Zentralvorstand Vivian Aldridge (FUB), der dem ZV seit 1996 angehörte, wurde mit herzlichem Dank verabschiedet. Neu in den ZV gewählt wurden Grazia Annen (Zentralschweiz) und Hans Mohler (Nordwestschweiz). > Portraits Seite 5 Die Ostschweizer Sektionen sind aufgefordert worden, im laufenden Jahr eine Kandidatur aufzubauen. Daniel Annen, Delegierter aus den Zentralschweiz Finanzierung der Geschäftsstelle Dem Antrag des Zentralvorstandes, den Entscheid über die weitere Finanzierung der Geschäftsstelle an den Grossen Vorstand zu übertragen, folgten die Delegierten. Nachdem Pläne der Sektion Tessin für eine eigene Quartalszeitschrift bekannt geworden sind, müssen die Varianten nochmals neu gerechnet werden. der WUF vor. Jean Kaech, über 40 Jahre Mitglied des Vorstandes der Weltunion der Freidenker legte der Versammlung seine – positive – Sicht der Tätigkeit und der Entwicklungschancen der WUF dar. Die Delegierten folgten schliesslich den Anträgen der Sektionen Genf und Winterthur: das Geschäft wurde um ein Jahr vertragt. Die Mitglieder werden aufgefordert, sich auf der kürzlich aufgeschalteten Webseite der WUF: www. libres-penseurs.net ein Bild zu machen. «Gentechnik ist Evolution» Nach dem Mittagessen erläuterte Prof. Dr. Beda Stadler in seinem kurzweiligen Vortrag den Delegierten und zusätzlichen Gästen, wie die Gentechnik gezielt in Verruf gebracht wird, welche Chancen sie bietet und welche (pseudo-) religiösen Ängste ihr entgegenstehen. rc Der Zentralvorstand hat sich fünf Mal zu ordentlichen Sitzungen in Bern getroffen und daneben die Tätigkeit der Geschäftsstelle per E-Mail begleitet. Diese hat die Aktivitäten im Jubiläumsjahr organisiert und mit insgesamt 15 Pressemitteilungen auf die Anliegen der Konfessionsfreien aufmerksam gemacht. Vermehrt wurden Anfragen zum Austritt aus der Kirche behandelt und laufend wurden die Informationen auf der Webseite aktualisiert. International hat die FVS anfangs 2008 eine Erklärung zum Ferkelbuch unterzeichnet, eine Grussbotschaft an das «Meeting International de Défence de la Laïcité» gerichtet, sowie zusammen mit der IHEU gegen die Entwicklungen im UNO-Menschenrechtsrat protestiert. Projekt «Stiftung» Die Delegierten gaben dem Zentralvorstand grünes Licht, ein Projekt einer Stiftung für Humanistische Lebenspraxis auszuarbeiten. Hingegen sprach sich eine Mehrheit gegen eine Überarbeitung der Vereinsstatuten aus. Der Zentralvorstand ist froh über diese Prioritätensetzung. Internationale Organisationen Reta Caspar gab einen Überblick über die beiden internationalen Verbände, in denen die FVS Mitglied ist. Im Namen des Zentralvorstandes trug sie die Gründe für dessen Antrag auf Austritt aus 4 frei denken. 6/2009 Kein Schnitt ins Leben Forts. von S. 1 Unverjährbarkeit der Genitalverstümmelung ausgesprochen – analog der neuen Regelung beim sexuellen Missbrauch: Frauen sollen sich auch als ältere Erwachsene gegen das ihnen widerfahrene Unrecht wehren können. Beschneidung gegen Rebellion Im 18. Jahrhundert hat der Schweizer Arzt Dr. Samuel Tissot die Beschneidung als Kur für Masturbation propagiert, die er als Ursache für «jugendliche Rebellion» und Krankheiten wie Epilepsie, «Erweichung von Körper und Geist», Hysterie und Neurosen ansah (Essai sur les maladies produites par la masturbation, 1760). Im viktorianischen England verbreitete sich daraufhin diese «Heil- Samuel Auguste Tissot (1728-1797) methode» vor allem in der Oberschicht und von dort weiter in Länder wie die USA, Kanada, Australien, Neuseeland, Südafrika und Indien. Besonders in den prüden USA fand die Beschneidung ab 1860 Verbreitung. Dort erschienen nämlich etliche Publikationen, die die Beschneidung als Prävention gegen «Selbst-Missbrauch» oder zur Bestrafung dafür propagierten. Irgendwann war diese Argumentation nicht mehr tragbar. Daraufhin wurden hygienische und gesundheitliche «Gründe» vorgebracht, um die Fortführung der Beschneidungen von Neugeborenen, die für die amerikanischen Ärzte inzwischen auch eine wirtschaftliche Bedeutung bekommen hatte, zu rechtfertigen. Die Beschneidungsrate der männlichen Bevölkerung in den USA nahm weiterhin zu, von 1871: 1 % bis 1971: 90 %. Erst seit den 80er Jahren wagen es zunehmend mehr Eltern, die – inzwischen in den amerikanischen Krankenhäusern routinemässig (und manchmal ohne Zustimmung der Eltern!) – durchgeführten Beschneidungen abzulehnen. Seither fällt der Anteil deutlich. Auch in Kanada zahlen die Krankenkassen nicht mehr für überflüssige Beschneidungen. Die Zahlen sind bereits stark gesunken (in Neufundland sogar auf 0,4 %). Und in Australien liegt die Beschneidungsrate bei Neugeborenen «nur» noch bei 12 % (Juni 2000). In Südafrika, wo Baby-Beschneidungen nur bei den britisch-stämmigen Weissen üblich waren, ist man auch weitgehend davon abgekommen ebenso in Neuseeland. In Finnland gab Ende 1999 der Ombudsmann dem Parlament zu bedenken, dass diese Operation ohne medizinische Begründung abzulehnen sei, die betroffenen Kinder dazu befragt werden und ihre Zustimmung dazu geben müssten. Das Parlament müsse die religiösen Rechte der Eltern über ihre Kinder aufwiegen gegen die Verpflichtung der Gesellschaft, ihre Kinder vor rituellen Operationen ohne unmittelbaren Vorteil zu schützen. Seither ist in solchen Fällen die Zustimmung beider Elternteile erforderlich. Diese Entscheidung ist wahrscheinlich weltweit die erste ihrer Art, und ein erster Schritt zu einer zukünftigen Gesellschaft, welche die Rechte von Kindern voll respektieren wird. Am 1.10.2001 trat in Schweden ein neues Gesetz in Kraft, welches Beschneidungen ohne medizinische Begründung bei Jungen, die älter als 2 Monate sind, generell verbietet. Beschneidungen an jüngeren Babies dürfen nur noch unter Betäubung vorgenommen werden. Schweden ist damit das erste Land der Welt, das rituelle Beschneidungen, die ohne Zustimmung der Betroffenen vorgenommen werden, per Gesetz einschränkt. Dramatisch – oft tödlich Nach Schätzungen der Weltgesundheitsorganisation (WHO) sind bis zu 150 Millionen Frauen weltweit beschnitten. Die Prozedur bedeutet unvorstellbare Qualen. Sie wird häufig mit Rasierklingen oder Glasscherben vorgenommen und führt nicht selten zum Tod. Laut der Frauenrechtsorganisation «Terre des Femmes» werden alle elf Sekunden auf der Welt gewaltsam einem Mädchen die Klitoris und Teile der Schamlippen abgeschnitten. Drei bis sieben Prozent der Frauen sterben laut WHO unmittelbar nach der Verstümmelung, das sind zwischen 60'000 und 140'000 Todesfälle jährlich. Rechnet man spätere tödliche Infektionen, die auf die Beschneidung zurückzuführen sind, mit ein, so erhöht sich die Todesrate auf 25 bis 30 Prozent. Alle betroffenen Frauen tragen ihr ganzes Leben lang an den Folgen. Beschneidung von Knaben Die älteste bekannte Dokumentation einer männlichen Beschneidung ist ein ägyptisches Relief, das auf das Jahr 2420 v. Chr. datiert wird. Praktiziert wird sie heute in grossen Teilen Afrikas, bei den australischen Aborigines, bei wenigen neuseeländischen Stämmen, auf den Philippinen, auf den Fidschi-Inseln, auf Samoa und auf Borneo und den USA. Im Judentum gilt jeder als Jude, der von einer jüdischen Mutter geboren ist. Aber erst durch die Beschneidung wird der Knabe in den Bund Gottes mit Abraham aufgenommen. Sie ist das unauslöschliches Zeichen der Zugehörigkeit. Angeordnet wird sie am achten Tag nach der Geburt, auch wenn er auf einen Sabbat oder hohen Feiertag fällt. Sie wird nur aufgeschoben, wenn der Säugling zu schwach oder krank ist. International hat sich der Begriff «Weibliche Genitalverstümmelung» (Female Genital Mutilation FGM) durchgesetzt. Dadurch soll verdeutlicht werden, dass FGM wesentlich schwerwiegendere Folgen hat als die Vorhautbeschneidung bei Knaben. «Terre des Femmes» weist allerdings darauf hin, dass viele Betroffene nicht als verstümmelt bezeichnet werden möchten. Im direkten Gespräch mit den Frauen sei es deshalb angemessener, von «Beschneidung» zu sprechen. www.terre-des-femmes-ch www.humanrights.ch Im Islam ist die Beschneidung des männlichen Geschlechtsteils Pflicht. Es gilt als eines der Zeichen des Prophetentums, dass diese bereits beschnitten – also ohne Vorhaut – geboren werden. Beschnitten wird in der Regel schon frühzeitig. Die Beschneidung gilt als Voraussetzung für die Gültigkeit des Umkreisens der Kaaba bei der Wallfahrt. Beschneidung abschaffen! Die FVS hat in ihrer Stellungnahme darauf hingewiesen, dass auch die religiös oder kulturell begründete Beschneidung von Knaben eine Verstümmelung darstellt, welche sich zwar in ihren Auswirkungen nicht direkt mit der weiblichen Beschneidung vergleichen lässt, aber trotzdem ebenso die Integrität der Betroffenen verletzt: Jeder nicht ernsthaft medizinisch begründete chirurgische Eingriff an den Genitalien von Minderjährigen ist eine Verletzung des Menschenrechts auf körperliche Unversehrtheit! FVS Schweiz, Juni 2009 6/2009 frei denken. 5 Westliche «Intimchirurgie» Das Herumschnippeln an den Geschlechtsteilen hat eine alte Tradition in der Menschheitsgeschichte. Über ihre Ursprünge kann nur spekuliert werden. Dass Herrschaft über die Sexualität und über die sexuellen Organe ein bedeutendes Machtmittel ist und die Schmerzhaftigkeit des Prozesses einen unauslöschlichen Effekt der Stammesinitiation und der patriarchalen Ordnung garantiert, ist allerdings unbestritten. Die Erklärung und die Kolonisierung von Schmerz gehört denn auch zum zentralen Repertoire jeder Religion. Heute breitet sich die «Intimchirurgie» auch in der westlichen Welt wieder aus – im Namen der heutigen «Religion»: «Schönheit – Leistung – Gesundheit» ist jetzt das Ziel. Ein internationale Studie ergab, dass die Mehrheit der befragten Frauen (61%) Bedenken bezüglich des Aussehens oder der Grösse der eigenen Vagina haben. Anbieter und Medien propagieren die kosmetische Genitalchirurgie zudem als Mittel zur Verbesserung des weiblichen Lustempfindens. Angesichts der medialen Aufbereitung des Themas ist absehbar, dass sich aus dem verbreiteten Verhalten Einzelner zunehmend eine neue soziale Norm entwickelt, die insbesondere junge Frauen unter Druck setzen kann. Neu im Zentralvorstand Grazia Giuli Annen *1961, Übersetzerin, verheiratet, 2 Kinder, wohnhaft in Arth SZ. FVS-Mitglied seit 2008, Präsidentin der reaktivierten Sektion Zentralschweiz. Männliche Performance Auch die Beschneidung von Männern wird heute wieder propagiert. Auf einschlägigen Webseiten wird neben dem ästhetischen Argument der «Faltenlosigkeit» vor allem die stärkere sexuelle Ausdauer von beschnittenen Männern gepriesen. Das Beschneiden wird in diesen Kreisen mit dem Haare- un Nägelschneiden verglichen und als Ausdruck der Zivilisation gewertet. Weibliche Schönheit und Lust Laut dem Deutschen Ärzteblatt finden Schönheitsoperationen an weiblichen Genitalien ein immer stärkeres Medienecho. (Dtsch Ärztebl 2009; 106: A 500–2) In Grossbritannien hat die Zahl der operativen Verkleinerungen der Schamlippen in den vergangenen fünf Jahren fast verdoppelt. Eine deutsche Studie geht von rund 1'000 Schamlippenstraffungen in Deutschland im Jahr 2005 aus, mit einer unbekannt hohen Dunkelziffer. Als Grund für den Boom kosmetischer Intimkorrekturen wird die zunehmende Darstellung voll- oder teilrasierter weiblicher Genitalien in den Medien vermutet, welche ein Schönheitsideal für den Intimbereich prägte, das der allgemeinen Schönheitsnorm von Jugendlichkeit folgt. ... und Prophylaxe 2007 hat der oberste Gesundheitsverantwortliche von New York versucht, die Männer der Stadt mit einer Kampagne von den Vorteilen der Beschneidung zu überzeugen. Die Massnahme sollte die Ausbreitung von Aids in der Metropole stoppen. Grundlage war ein Forschungsprojekt in Afrika, das bei beschnittenen Männern ein deutlich geringeres Risiko festgestellt hat, von sexuell übertragbaren Krankheiten betroffen zu sein, auch von HIV. Reta Caspar «No dogma» – so lässt sich mein Lebensmotto zusammenfassen. Als «Papier-Katholikin» war Gott für mich bis vor kurzem kein Thema. Schon meine Eltern hatten als pragmatische, fleissige Gastarbeiter bei der Anwendung von «ora et labora» den Akzent stets auf die zweitgenannten Tätigkeit gesetzt. Im Tun, das im Denken geboren wird, zeigt sich auch mir der Mensch. Die Freiheit ist mir ein wertvolles Gut, in all ihren Ausprägungen, Selbstverantwortung inklusive. Als lesebegeisterte Jugendliche habe ich mich immer gewundert, dass es ein paar «heilige» Bücher geben soll und noch erstaunter war ich, dass es gerade jene waren, die mir am wenigsten gefielen. Ohne es zu wissen habe ich mich bereits in der Schule zur Humanistin, durch die Lebenserfahrung dann Stück für Stück zur Ignostikerin entwickelt. Auf sanften Druck meiner italienischen Mutter entschlossen wir uns jedoch, unsere Buben taufen zu lassen. Was die beiden mir – ihrerseits zu Recht völlig entgeistert – aus dem Religionsunterricht nach Hause brachten, machte mich vollends zur Gegnerin jeder institutionalisierten Kirche. Ich sehe mein Engagment bei den Freidenkern als Möglichkeit, gegen die irrationalen, zum Teil gefährlichen Strömungen in Gesellschaft und Politik anzukämpfen und einen Beitrag zur Weiterführung der gemäss Michael Schmidt-Salomon «halbierten» Aufklärung zu leisten. Hans Mohler Büchertisch Wüstenblume Mit fünf Jahren hat Waris Dirie in Somalia die Qualen der Beschneidung erlebt – ihre Schwester und zwei Cousinen starben daran. Mit 13 lief sie fort, weil sie nicht den ihr bestimmten Mann heiraten wollte. Sie floh zu Verwandten nach Mogadischu und arbeitete als Hausmädchen bei ihrem Onkel in London. Mit 18 wurde sie als Model entdeckt. Sie lebt heute in New York und kämpft als Sonderbotschafterin der UNO weltweit gegen die Genitalverstümmelung von Frauen Waris Dirie Wüstenblume Taschenbuch Knaur (2001) ISBN-10: 3426619482 Der Schnitt Lukas Stoermers Roman begleitet den jungen Manuel ein Stück durch seine Jugend und sein Erwachsenenleben, hält ein leidenschaftliches, aber fundiertes Plädoyer für mehr Aufklärung und einen sensibleren Umgang mit der fast schon standardmässigen, oft aber auch nur gedankenlosen Beschneidung von Jungen in unserem Kulturkreis. Gleichzeitig zeichnet der Autor das lebendige Bild eines Jungen im Deutschland der 1980er/1990er Jahre. Lukas Stoermer Der Schnitt Taschenbuch Elbaol Verlag 2009 ISBN-10: 3939771058 *1944, Eidg. dipl. Herrencoiffeur, Aussendienstmitarbeiter im Ruhestand, verheiratet. Mitglied in der FVS seit 25 Jahren. Seit drei Jahren im Vorstand der Sektion Nordwestschweiz davon die letzten 2 als Kassier. Seit 21.3.09 Präsident. Liebe FreidenkerInnen Zuerst möchte ich mich für die Wahl in den ZV bei allen Delegierten recht herzlich bedanken. Ich werde bestrebt sein, die Basis unserer Vereinigung nach bestem Wissen und Gewissen zu vertreten. Mir ist selbstverständlich bewusst, dass das Rad nicht neu erfunden werden kann! Als ehemaliger Fussballschiedsrichter bin ich schnelle, wohlüberlegte Entscheide gewohnt. Aber ich weiss auch, dass im Leben (zum Glück) nicht alles machbar ist. Nicht versäumen möchte ich meinen Dank an den Vorgänger Vivian Aldridge. Fünfzehn Jahre im ZV sind eine lange Zeit. Besten Dank, für alles, was Du für die FVS geleistet hast. Eines sei vorweggenommen: 15 Jahre werden es bei mir sicher nicht. Wäre ich doch nach dieser Zeit im achtzigsten Altersjahr. Ich freue mich auf die neuen Aufgaben im Kreise Gleichgesinnter. 6 frei denken. 6/2009 Büchertisch Evolution: Scheinprobleme der Kreationisten Professor Philip Kitcher ist ein britischer Wissenschaftsphilosoph, der an der Columbia University lehrt und bereits 1983 ein Buch über die Auseinandersetzung zwischen den Evolutionstheoretikern und den Kreationisten geschrieben hatte. Mittlerweile hat sich der Kreationismus zum «Intelligent Design» gewandelt, indem dessen Anhänger den religiösen Aspekt zum Schein weglassen und argumentieren, hinter der Entwicklung der Arten müsse ein nicht genauer bezeichneter «intelligenter Designer» stehen. So wollen sie ihre religiöse Weltanschauung im BiologieUnterricht als eine der Evolutionstheorie ebenbürtige, alternative «wissenschaftliche Theorie» unterbringen. Auf diesen Wandel geht Kitcher mit seinem neuen Buch ein. Dabei macht Kitcher einen wichtigen Punkt nachvollziehbar, nämlich, dass Kreationismus eine rein negative These ist. ID beschränkt sich darauf, gegenwärtig ungelöste Probleme als nur durch ihre Lehre lösbar darzustellen. Dabei lassen sie offen, welche Ziele und Fähigkeiten ein intelligenter Designer haben soll. Wieso soll ein Schöpfer das Leben auf gewundenen Umwegen und mit unzähligen Sackgassen hervorgebracht haben? Warum beliess er Überbleibsel (zum Beispiel den Beckenknochen der Wale, der keine Funktion besitzt)? Warum liess er vererbbare Defekte zu? Das sind Fragen, die ID nicht beantworten kann. Die Kreationisten operieren oft mit Fragestellungen, die die Wissenschaft und Experimente gar nicht hergeben. So hat Stanley Miller 1952 ein raffiniertes Experiment zur Entstehung des Lebens durchgeführt: er simulierte Vulkane und Blitze in einem simplen Gemisch aus Wasser, Methan, Ammoniak und Wasserstoff (einer Art Ursuppe) und konnte damit Aminosäuren (Bausteine der Eiweisse) herstellen. Eine erneute Analyse seiner Testsubstanzen im Oktober 2008 ergab gar, dass 22 Aminosäuren synthetisiert worden waren, während Miller selbst damals nur 12 Aminosäuren nachgewiesen hatte. Ein Kreationist, Stuart Pullen, hat geschlaumeiert, dass die Entstehung von Insulin unter diesen Bedingungen höchst unwahrscheinlich wäre. Na und? Die Frage, die Miller mit dem Experiment beantwortet hatte, war, ob die Entstehung von Aminosäuren aus einem Gemisch einfacher Moleküle überhaupt möglich ist. Wir wissen überhaupt nicht, ob das von Miller verwendete Gemisch überhaupt Ähnlichkeit mit der «Ursuppe» hatte, und noch weniger, ob darin einst Insulin entstanden ist. Die Kreationisten sind kreativ im Ausdenken von Missverständnissen und Scheinproblemen, mit denen sie vermeintliche Schwachstellen der Evolutionstheorie aufzeigen. Kitcher legt dar, dass ihre Argumente bereits zu Darwins Zeiten, teilweise sogar von Darwin selbst erwogen und verworfen wurden. Es handelt sich bei ID um eine tote Lehre, die allenfalls noch wissenschaftshistorische Bedeutung hat. Sie in den Biologie-Unterricht aufzunehmen wäre vergleichbar mit der Aufnahme der Alchemie zin den Lehrstoff. Das Buch ist eine empfehlenswerte, wenn auch etwas langatmige Übersicht über die Diskussion und die Motive der Kreationisten. Ich hätte mir eine griffigere Zusammenfassung der kreationistischen Behauptungen und der evolutionstheoretischen Beweise gewünscht. Maja Strasser, Bern LeserInnen schreiben Dogmatismus in Religion und Atheismus Der Slogan der geplanten Buskampagne der Freidenker lautet «Wahrscheinlich gibt es keinen Gott. Kein Grund zur Sorge – geniess das Leben!» Gläubige werden uns das «wahrscheinlich» wohl um die Ohren klatschen und uns vorwerfen, wir seien uns der Nicht-Existenz Gottes ja gar nicht sicher. Womit sie insofern Recht haben, als Atheismus eine subjektive Weltanschauung ist – genau gleich wie der religiöse Glaube, dessen sich die Gläubigen leider oft allzu sicher sind. Es ist das Wesen und das Verhängnis der meisten Religionen, dass sie Meinungen durch gesellschaftliche Konvention in absolute, alleinige Wahrheiten verwandeln. Absolute Aussagen bieten Angriffspunkte, für beide Seiten. Chris Hedges, Autor und Journalist mit theologischer Ausbildung, kritisiert in «When Atheism Becomes Religion: America’s New Fundamentalists» die radikale Ablehnung von Religion und Glaube (in den USA als «I Don’t Believe in Atheists», auf Deutsch (noch) nicht erschienen). Atheisten wie Sam Harris und Christopher Hitchens würden insbesondere den Islam in einer Art dämonisieren, die ihn an christliche Fundamentalisten erinnere. Natürlich liegt der Vorwurf des Dämonisierens stets nahe, wenn Atheisten der Selbstbeweihräucherung der Gläubigen ihre Kritik entgegenhalten. Ich stimme Stefan Rademacher, Religionswissenschafter an der Uni Bern, grundsätzlich zu, wenn er sagt: «Die Frage bei so einer öffentlichen Debatte ist eben, ob man einen Standpunkt klar machen will oder aber Erkenntnistheorie betreibt. Auf letzteres kann man umsteigen, sobald die Gegenseite endlich auch mal differenzieren will.» Richard Dawkins gestand in einem Interview mit der «Los Angeles Times», dass er ursprünglich gegen das «wahrscheinlich» war, weil er eine stärkere Aussage wollte. Aber dann hat die Werbeaufsichtsbehörde aufgrund einer Beschwerde entschieden, dass genau dieses Wort nötig sei (während die Gegenkampagne der Christen mit «There definitely is a God» .(Es gibt ganz bestimmt einen Gott») offenbar kein Problem darstellte). Mittlerweile mag Dawkins den schrulligen Humor dieses Wortes, ähnlich wie in der Carlsberg-Werbung «Probably the best lager in the world» («Wahrscheinlich das beste helle Bier der Welt»). Ausserdem meint er, dass das «wahrscheinlich» mehr Diskussionen anrege als eine definitive Aussage wie «Es gibt keinen Gott». Frei nach Karl Kraus denke ich: Religion ist die Krankheit, für deren Therapie sie sich hält (Kraus hatte es auf die Psychoanalyse gemünzt). Es ist mir ein Anliegen, mit meiner Religionskritik nicht den Dogmatismus zu übernehmen, den ich an Religionen verabscheue. Atheismus soll nicht zu der Krankheit werden, für deren Therapie er sich hält. Maja Strasser, Bern Umschau Deutschland Die Buskampagne ist bei Betreibern in ganz Deutschland auf Ablehnung gestossen. Die InitiantInnen möchten aber gesehen werden – und zwar in ganz Deutschland. Deshalb haben sie einen grossen Doppeldeckerbus gemietet und mit dem Slogan beklebt. Mit diesem «gottlosen» Gefährt machen sie vom 30. Mai bis 18. Juni 2009 eine Deutschland-Tour und bieten thematische Stadtrundfahrten an. Begleitend soll es abends Veranstaltungen geben. www.buskampagne.de Philip Kitcher Mit Darwin leben Suhrkamp 2009 ISBN-10: 3518585177 6/2009 frei denken. 7 Ex-MuslimInnen brauchen Unterstützung Unter den Mitgliedern des Zentralrates der Ex-Muslime Schweiz gibt es einige, die schon etliche Jahre in der Schweiz leben, aber immer noch im Asylverfahren stehen und deshalb nicht arbeiten dürfen. Das sind Menschen, die sich eigentlich integrieren und ihren Beitrag in unserer Gesellschaft leisten möchten. Es sind Menschen, die ihre Kinder gerne in den Schwimmunterricht schicken und kein Geld vom Sozialamt beziehen, sondern arbeiten wollen. Wir suchen Mitglieder oder SympathisantInnen, die sich Zeit nehmen und sich für einen solchen Fall engagieren, insbesondere JuristInnen. Angebote bitte an die Geschäftsstelle der FVS. Philosophieren Basel: Café philo.sophes St. Johanns-Vorstadt 13 jeden Sonntag, 17:00 FVS-Agenda Zentralvorstand Sa. 6. Juni 2009 im Freidenkerhaus Bern Solothurn: Café Philo Taverna Amphorea, am Stalden 31, Solothurn, 11:30-13:00 7. Juni 2009: Eva Zoller, Altikon / Zürich, «Religiösen Fragen philosophisch begegnen» Infos: 032 623 67 63 Grosser Vorstand 2009 Sa. 21. November in Olten Basel Sonntag, 21. Juni 14:00 Werbung für die Kirche und Mission – muss das sein? auf dem Podium: FVS-Co-Präsident Stefan Mauerhofer Hotel "Bildungszentrum", Missionsstrasse 21, 4055 Basel Umschau Grossbritannien (hpd) Das Verbrennen von Lei- Basel - Nordwestschweiz Letzter Do. im Monat Donnerstag-Hock 15:00 Rest. "Park", Flughafenstr. 31 chen auf einem Scheiterhaufen nach hinduistischem Ritus bleibt in Grossbritannien verboten. Das hat der High Court in London in einem Urteil am 8. Mai 2009 festgestellt. Geklagt hatte ein Hindu, der sich auf seine Religionsfreiheit auch im Hinblick auf der Bestattung berief und in drei Jahren durch alle Instanzen bis zum High Court appelliert hatte. Das Gericht urteilte jedoch, dass das Krematoriumsgesetz aus dem Jahr 1902 eindeutig jede Verbrennung menschlicher Überreste ausserhalb von Krematorien verbiete. Samstag, 27. Juni 12:30-17:30 Sommerausflug Schweizerhalle Samstag, 27. Juni 2009, ab 12:00 und Weingut Reingerhof (Zvieri). Anmeldung 061 261 36 19 Mittsommer-Grillfest am Bielersee Strandweg 23 in Gerolfingen/BE Jede/r bringt Essen und Trinken selber mit. Mitglieder aller Sektionen sind willkommen! Anmeldung/Auskunft: D. Aellig 079 449 54 45 Verschiebungsdatum: Samstag, 4. Juli 2009 Basel – Union Jeden letzten Freitag ab 19:00 Freie Zusammenkunft Rest. "Spillmann", Eisengasse 1 Ab 2. Oktober 2009 wieder: Einführung ins freie Denken Frei denken: Novembervorträge 2009 Aufgrund des breiten Echos im letzten Jahr setzen wir die Vortragsreihe fort: 2. - 6. November 2009 Basel, Bern, Zürich, Zug, St. Gallen Bern Montag, 8. Juni 15:00 Seniorentreff im Freidenkerhaus, Weissensteinstr. 49B Gottlos – Leben ohne Religion Referent Philosoph, Prof. PHS Schwäbisch Gmünd Autor von z.B.: Die Würde der Menschen ist antastbar. Eine Provokation Klett 1998, (3. Auflage als Neufassung in Vorbereitung) Die Kunst der Resignation dtv 2003, 3. Auflage Baustelle Körper. Bioethik der Selbstachtung Klett, 2009 Details laufend auf www.frei-denken.ch Island (iheu) Anlässlich der Eröff- Dienstag, 16. Juni Freidenker-Treff Restaurant "National" 19:00 nungssitzung des Parlamentes im Mai haben die Isländischen Humanisten den Abgeordneten eine Alternative zur traditionellen Messe angeboten: eine Rede eines Philsophen zur Wichtigkeit von Ethik in der Politik. Unter grösster Medienaufmerksamkeit haben rund 20 ParlamentarierInnen diese Einladung angenommen. Prof. Dr. Franz Josef Wetz Samstag, 27. Juni 12:00 Grillfest am Bielersee Details siehe Inserat nebenan. Grenchen Samstag, 27. Juni 12:00 Grillfest am Bielersee Details siehe Inserat nebenan. Schaffhausen Café CoopCity Jeden Samstag 10-11:00 Freidenkerstamm Aus- und Weiterbildung Kastenwesen (iheu) Ein Vertreter der IHEU Weltliche Rituale Samstag, 7. November 2009, 9:30 -16:00 Uhr, in Olten Immer mehr Menschen halten Ausschau nach weltlichen Ritualen. Sie in einer besonderen Lebenssituation zu begleiten, ist eine schöne Aufgabe. In allen Sektionen werden weitere RitualbegleiterInnen gebraucht. St. Gallen Mittwoch, 3. Juni Freidenker-Stamm 10:00 hat erstmals vor der Afrikanischen Menschenrechtskommission gegen die kastenbedingte Diskriminierung in Nigeria protestiert. Im Juni wird in London unter der Leitung der IHEU erstmals ein Kongress zur Frage der «Unberührbaren» stattfinden. Davon betroffen sind weltweit geschätzte 250 Millionen Menschen – von Japan bis Afrika. www.iheu.org Restaurant "Dufour", St. Gallen Zentralschweiz Kursleitung: Reta Caspar Ritualbegleiterin seit 2001 Die Kurskosten von Fr. 130.- werden den Teilnehmenden von jener Sektion, für die sie aktiv werden, zurückerstattet. Detaillierte Kursausschreibung, Anmeldung und Auskünfte: Geschäftsstelle FVS, 031 371 65 67 (zeitweise Beantworter) auf www.frei-denken.ch unter "Veranstaltungen" oder anfordern via info@frei-denken.ch Freitag, 19. Juni 19:30 Stammtisch für Mitglieder und Interessierte Rest. La Piazza, "Dächlistube", , beim SBB Bahnhof Arth-Goldau Zürich Montag, 8. Juni 19:30 Debatte zur Sterbehilfe Zentrum Karl der Grosse, ErkerZimmer, Kirchgasse 14, 8001 Zürich, Tram 4/15 bis Helmhaus Ab 8 Teilnehmenden findet der Kurs statt. Freidenker-Vereinigung der Schweiz FVS Mitglied der Internationalen Humanistischen und Ethischen Union (IHEU) www.frei-denken.ch Kontakte für weltliche Feiern Basel: Freidenker Nordwestschweiz 061 321 31 48 Basel: Freidenker-Union 061 601 03 43 oder 061 601 03 23 Bern / Freiburg / Wallis 079 449 54 45 oder 079 795 15 92 Grenchen und Umgebung 076 53 99 301 oder 032 645 38 54 Mittelland 062 926 16 33 St. Gallen / Ostschweiz 052 337 22 66 Vaud / Jura / Neuchâtel / Valais 026 660 46 78 ou 022 361 94 00 Winterthur / Schaffhausen 052 337 22 66 Zentralschweiz 041 855 10 59 Zürich 079 668 49 71 Sollte unter der regionalen Nummer niemand zu erreichen sein, wenden Sie sich bitte an die FVS-Geschäftsstelle: 031 371 65 67 oder an 052 337 22 66 Basel / Nordwestschweiz Freidenker Nordwestschweiz Postfach 260 4010 Basel basel-nws@frei-denken.ch Präsident: H. Mohler 061 261 36 19 Mitgliederdienst: B. Bisig 061 321 31 48 Vaud incl. JU / NE / VS Ass. vaudoise de la Libre Pensée CP 5264 1002 Lausanne vaud@frei-denken.ch Président: Secrétariat: J. P. Ravay 022 361 94 00 026 660 46 78 Freidenker-Union Basel Postfach 4471 4002 Basel basel-union@frei-denken.ch Präsident: G. Rudolf 061 601 03 43 Mitgliederdienst: 061 601 03 23 Winterthur Freidenker Winterthur Postfach 1806 8401 Winterthur winterthur@frei-denken.ch Präsident: K. Schmid 052 337 06 27 Bern inkl. FR / VS FreidenkerInnen Region Bern Postfach 831 3550 Langnau regionbern@frei-denken.ch Präsident: D. Aellig 079 449 54 45 Zentralschweiz Freidenker Zentralschweiz Zugerstr. 35 6415 Arth zentralschweiz@frei-denken.ch Präsidentin: G. Annen 041 855 10 59 Genève Libre Pensée de Genève 27 ch. des quoattes 1285 Avusy genève@frei-denken.ch Président: J. P. Bouquet 022 756 40 49 Zürich Freidenker Zürich Postfach 3353 8021 Zürich zuerich@frei-denken.ch Präsident A. Kyriacou 044 253 18 96 Mitgliederdienst: M. Dobler 044 341 38 57 A. 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