frei denken. 03/2009.pdf

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(file: @@FD-032009.pdf@@)94. Jahrgang I Nr. 3 I März 2009 Religiöse Meinungsäusserungsfreiheit muss beschränkt werden – um der Freiheit willen! Religiöse Plakate sind seit einigen Jahren in der Schweiz vermehrt anzutreffen. Dahinter steht die Agentur C, 1985 gegründet vom mittlerweile verstorbenen Sipuro-Hersteller Heinrich Rohrer. Der Verein «lässt in Schweizer Zeitungen Verse aus der Bibel abdrucken, führt Plakat-Aktionen durch und verteilt kostenlos Bibeln und andere bibelbezogene Schriften». Erklärtes Ziel ist: «Gottes Wort an jedem Ort». Gemäss ihrer «7-Jahres-Vision» wollen sie das «Wort Gottes in der Schweiz verankern». Wir befinden uns derzeit im Jahr 4 ihrer Offensive und es steht uns die Phase 3 bevor, in der «Gottes Gebote bekannt» gemacht werden sollen. Der Verein versucht sich von Plakatstellen unabhängig zu machen, indem er Leute auffordert, ihre private Liegenschaft für eine Werbetafel zur Verfügung zu stellen. Dass der Verein alles andere als zimperlich vorgeht, hat sich 2006 gezeigt, als an den Wänden der Tiefgarage des Inselspitals zu lesen war: «Der Gottlose hat viele Plagen; wer dem HERRN vertraut, wird seine Güte erfahren.» Nicht alle Plakate sind so offensichtliche Drohbotschaften, aber die Richtung ist immer dieselbe: wer nicht ihren imaginären grossen Freund verehrt, wird im Leben bestraft. rungsfreiheit unserer Verfassung geschützt. Die Meinungsäusserungsfreiheit kann aber eingeschränkt werden, wenn eine gesetzliche Grundlage sowie ein öffentliches Interesse besteht und der Eingriff nicht unverhältnismässig ist. Den lokalen Behörden steht der Weg zur rechtlichen Einschränkung also offen. Das öffentliche Interesse an der Zurückhaltung der Religionen in ihrem öffentlichen Auftritt dürfte nach den Diskussionen um die Buskampagnen in ganz Europa offensichtlich sein: Werbung und Gegenwerbung – beide werden zum öffentlichen Ärgernis und müssen deshalb beschränkt werden. Auch unter dem Gesichtspunkt der Religionsfreiheit muss man zum selben Schluss kommen: Die Religionsfreiheit schliesst laut Bundesgericht zwar auch das Recht mit ein, für den Glauben zu werben um neue Anhänger zu gewinnen. Punktuell mag das in Ordnung sein; es darf aber nicht so weit gehen, dass auch das ständige, intensive Missionieren zum Schutzbereich erklärt wird. Zumindest muss das Recht des Publikums, insbesondere das Recht der Nichreligiösen auf ein Leben ohne dauernde missionarische Angriffe berücksichtigt werden. Als weiterer Aspekt wäre die Lauterkeit der Werbung zu prüfen, da Plakatwerbung mit ihrer grossen klaren Schrift wohl gerade von religionsunmündigen Kindern relativ stark beachtet wird. Unverhältnismässig wäre eine solche Beschränkung der Werbung im öffentlichen Raum nicht. Den Religiösen bleibt es unbenommen, z.B. mit Anlässen neue Mitglieder zu werben. ... um der Freiheit willen Freiheitsrechte sind nie isoliert zu betrachten. Die Menschenrechte und unsere Verfassung bilden ein System von Freiheiten, in denen keine Freiheit absolut gesetzt ist. Um dieses System zu optimieren ist es manchmal nötig, einzelne Freiheitsrechte zu beschränken. Selbstbeschränkung Wesentlich schöner als ein staatliches Verbot wäre allerdings eine Selbstverpflichtung aller Akteure als Ergebnis eines vernünftigen interreligiösen Dialogs. Dass sich die Agentur C dazu bewegen lassen würde, muss allerdings leider bezweifelt werden. Es reicht ! Mit der Zunahme der Anzahl und der Grösse der Plakate stellt sich die Frage, wohin diese religiöse Aufrüstung noch führen soll. Seit November 2008 wirbt auch die reformierte Kirche in Basel mit einem rundum dekorierten Tram, um die 20'000 Ausgetretenen zum Wiedereintritt zu animieren. Was, wenn jede religiöse Gruppierung auf diese Weise missionieren wollte? Sollen wir uns künftig durch Strassen bewegen, an denen uns von jeder Hausfassade das Credo des Besitzers anschreit? Nein. Das muss aufhören. Das Religiöse muss wieder zurückgenommen werden. > Pagina 2 «Indipendentemente dalle convinzioni filosofiche, agli uomini conviene ricercare il bene comune, collaborando lealmente su un piano di parità» Edi Bernasconi Religiöse Abrüstung Ziel der FVS ist eine allgemeine religiöse Abrüstung. Auch in der Politik sollen etwa Mitglieder des Bundesrates oder anderer Exekutiven davon absehen, in ihren Ansprachen auf religiöse Überzeugungen Bezug zu nehmen oder religiösen Akteuren besondere Ehre zu erweisen. Mit religiösen Überzeugungen ist kein Staat mehr zu machen: Gesellschaft kann nur durch unmittelbar überzeugende – säkulare – Werte gestärkt werden, die keinen Glauben voraussetzen. Reta Caspar > Seite 3 Buskampagne in der Schweiz stösst auf heftige Reaktionen. > Seite 4 Kantonale Wahlen in Solothurn und Aargau Bündner Ethikinitative kommt vors Volk. > Seite 5 «Ex-Musline setzen sich auf der Grundlage der allgemeinen Menschenrechte ein für die Förderung des vernunftgeleiteten Denkens und der Erziehung zur Toleranz.» Mina Ahadi, Ärztin Beschränkung ... Plakate im öffentlichen Raum sind eine Form der Meinungsäusserung und richtiger weise durch die Meinungsäusse- 2 libero pensiero. 3/2009 Dio c'è davvero ? «Probabilmente, non c’è dio. Ora smetti di angustiarti e godi della vita». Con queste parole l’Associazione Umanista Britannica si è rivolta al pubblico mediante cartelloni esposti sulle fiancate degli autobus. La cosa, come già è stato rilevato sul frei-denken, ha avuto qualche risonanza, tanto più che qua e là ha già fatto scuola. E non sono stati pochi quelli che, negli ambienti fideisti, si sono sentiti offesi nella loro «sensibilità religiosa»: li ha infastiditi non tanto la proposta di un «ateismo mascherato d’agnosticismo», quanto la forma scanzonata del messaggio. La parola-chiave è quell’avverbio di giudizio, quel probabilmente, che dà un valore ipotetico alla negazione: i nostri confratelli umanisti non proclamano in modo categorico che non c’è divinità ma si limitano a suggerire l’eventualità di tale ipotesi. A un simile approccio della questione i teisti non sono preparati: la loro attitudine in materia di fede è di chi è avvezzo a combattere aspramente per l’affermazione delle proprie verità assolute contro coloro che, con analoga postura e non minore ferocia, propugnano altre e inconciliabili convinzioni dogmatiche. In effetti, quando da una parte si avanza con le rigide certezze del «pensiero forte» e dall’altra ci si muove all’insegna di quell’insidioso flessibile dubbio che contraddistingue il «pensiero debole», non ci si confronta ad armi pari. Questo perché le asserzioni assiomatiche della fede non ammettono l’esercizio della dialettica possibilista. Non potendo rispondere altro se non che «Dio c’è, perché lui stesso s’è inequivocabilmente rivelato!», i teisti se la prendono con la seconda parte del messaggio umanistico interpretandolo, con una certa forzatura, come un invito al disimpegno etico, al qualunquismo morale, se non addirittura al libertinaggio. dendo da improbabili premi e/o castighi in un «altro mondo» e in un’«altra vita». Per altro, la storia insegna che i credenti nelle diverse divinità hanno fatto a gara nel commettere i peggiori crimini contro l’umanità, proprio quando asserivano di diffondere nel mondo messaggi di pace e d’amore. E in ciò, più degli altri, si sono distinti i cristiani, tanto che è da chiedersi se prevalga la sfacciataggine, l’ipocrisia, l’ignoranza o la stupidità in coloro che pretendono spacciarsi per assertori dei Diritti dell’Uomo rifacendosi ad un plurisecolare esemplare «magistero» contrassegnato da efferati misfatti! Le religioni ispiratrici di bontà? In secondo luogo, quando si suggerisce agli uomini di non angustiarsi per ciò che può accadere dopo la morte, non si vuol dire affatto che essi debbano trascurare ciò che può rendere piacevole una vita sociale ove le relazioni interpersonali seguano il criterio della fraterna reciprocità. Per altro, non occorre essere fideisti (basta l’uso della ragione!) per capire che, indipendentemente dalle convinzioni filosofiche, agli uomini conviene ricercare il bene comune, collaborando lealmente su un piano di parità, invece che cercare di sopraffarsi vicendevolmente ricorrendo al sotterfugio, quando non addirittura alla violenza. Ora, se guardiamo a ciò che avviene sul nostro pianeta, notiamo che il sentire religioso, lungi dall’ingentilire le persone, le rende, semmai, più faziose e aggressive: musulmani contro ebrei, induisti contro cristiani, buddisti contro induisti, cristiani contro musulmani, musulmani contro induisti, e chi più ne ha più ne metta (senza contare i conflitti tra le diverse correnti di una medesima confessione: tra cristiano-cattolici e cristiano-ortodossi, tra musulmani sciiti e musulmani sunniti, eccetera). Ammettendo, per denegata ipotesi, che un dio si sia ripetutamente rivelato ai «figli prediletti» (diversi di volta in volta…) per (ri-) condurli sulla retta via, si può solo constatare il clamoroso insuccesso dei suoi interventi. A rigor di logica, quel che è – appunto! - il «logos» per antonomasia, avrebbe potuto rinunciare a calarsi dalla trascendenza nella storia evitando così i sanguinosi conflitti tra i destinatari delle varie rivelazioni circa l’interpretazione veridica della «buona novella». vanza e «timor di dio» a riprova del loro sentimento di umiltà, cadono in equivoco. Incuranti del monito evangelico, insistono nel vedere la pagliuzza nell’occhio del fratello ma non la trave che hanno nel proprio. In effetti, a differenza di loro, pur nel suo supposto orgoglio, l’ateo è consapevole della propria insignificanza nelle coordinate dello spazio e del tempo, non nutre illusorie speranze circa il perdurare della propria individualità oltre i limiti fissati dalla natura e non crede che una divinità lo abbia scelto quale interlocutore privilegiato per offrirgli, unitamente alla «grazia santificante», la strada maestra della verità che conduce all’eterna salvezza. Inoltre – ed è quel che più conta in questa vita e su questa terra – l’ateo non pretende di imporre, in nome di un qualsivoglia «principio superiore» le proprie convinzioni ideologiche e le proprie opzioni morali a chi non la pensa come lui. Guido Bernasconi Il libro che la tua chiesa non ti farebbe mai leggere La pubblicazione di questo libro, di Tim C.Leedom e Maria Murdy, avvenuta nel 1993 negli USA, venne accolta, com'era da aspettarsi, da polemiche e clamore, diventando presto un bestseller. Questa nuova edizione è stata ampliata e migliorata e la traduzione in italiano a cura di Lucio Carbonelli e Susanna Scrivo, avvenuta nel mese di ottobre dell'anno 2008, divenne subito un bestseller anche in Italia, raggiungendo a fine dell'anno la vendita di oltre 80'000 copie. Il libro affronta il tema più controverso di tutti i tempi: la religione. Tra le sue pagine, i contributi di autorevoli teologi, storici e ricercatori indipendenti svelano mistificazioni, mettono in discussione credenze acclarate da tempo e affrontano il lato oscuro della fede trattando argomenti che le gerarchie ecclesiastiche di ogni confessione tentano di sottrarre alla conoscenza della gente. Una lettura che, pagina dopo pagina, mette in discussione i dogmi su cui si fondano le religioni più importanti del pianeta. Dalle origini ebraiche dell'Islam al mistero di Maria Maddalena, dai massacri dei soldati crociati in Europa e Medio Oriente ai genocidi animati dai seguaci di Maometto... Un libro che incoraggia le persone a pensare con la propria testa e un must per gli allievi della scuola media. Senza religione, dunque immorale La riedizione del vecchio leitmotiv clericale secondo cui i miscredenti, privi del senso del peccato inteso come offesa al creatore e signore del cielo e della terra, si ritrovano senza i freni inibitori del timor di dio, così che per loro ogni cosa diventa lecita: tutti i mezzi valgono alla soddisfazione delle proprie brame. A queste argomentazioni si possono sollevare diverse obiezioni. In primo luogo va detto che se la «moralità» dei credenti dipende prevalentemente (se non esclusivamente…) dal fatto che si fa del bene in funzione della speranza nell’eterna salvezza e, di converso, non si compiono cattive azioni per non incorrere nell’eterna dannazione, è decisamente preferibile una morale aconfessionale che valorizza il bene e ripudia il male qui e ora, prescin- Quanta umiltà nei «figli di dio»… Va rilevato infine che, in questa come in altre occasioni, i fideisti accusano gli atei di peccare d’orgoglio e addirittura di assumere nei confronti dei credenti un atteggiamento supponente. Vero è che, tra i peccati capitali, il primo e più grave (di cui secondo la tradizione si sarebbe reso colpevole, nella notte dei tempi, l’angelo ribelle, Lucifero), è appunto quello di superbia. Anche a tale proposito tuttavia i credenti, che ostentano devozione, osser- Il libro che la tua chiesa non ti farebbe mai leggere a cura di Tim C. Leedom e Maria Murdy Newton Compton ed. ISBN 978-88-541-1124-0 In vendita presso i mercati Migros con reparto libri al prezzo di Fr. 19.40 3/2009 frei denken. 3 Religiöse Abrüstung Weltweit wird derzeit religiös aufgerüstet – auch in der Schweiz: • Die Einflussnahme von Kirchen und anderen religiös begründeten und motivierten Gruppierungen auf die Politik nimmt zu. • Auch in der Schweiz wird mit neuen Institutionen, wie z.B. dem «Rat der Religionen», versucht, den Einfluss des Religiösen auf die Tagespolitik und auf die Regierung zu festigen. • Anstatt die Privilegien der Landeskirchen abzuschaffen, wird die Anerkennung weiterer Religionen angestrebt. • Anstatt die theologischen Fakultäten zu schliessen, wird die Einrichtung von weiteren Religions-Lehrstühlen gefordert. • Anstatt christliche Feiertage abzuschaffen, werden neue islamische Feiertage vorgeschlagen. • Integrationspolitik wird mit Religion verbunden, obwohl nicht alle Immigrierenden religiös sind. • In der öffentlichen Debatte beanspruchen Kirchenvertreter insbesondere der Landeskirchen die Definitionsmacht in ethischen Fragen. • Schweizer PolitikerInnen erweisen den Religionen Reverenz, indem sie Schals tragen (BR Calmy-Rey), bischöfliche Hände küssen (NR Simoneschi), in ihren Reden auf «unseren gemeinsamen Glauben» Bezug nehmen (BR Merz) und soziale Aufgaben des Staates an religiöse Gruppierungen auslagern (Heilsarmee). Die weltweiten Spannungen zeigen allerdings, dass die organisierte Religion zumeist selbst ein wesentlicher Teil jener Probleme ist, die sie zu lindern vorgibt. Geniess das Leben– profite de la vie – goditi la vita Buskampagne in der Schweiz Das Thema stand auf der Traktandenliste des Zentralvorstandes, Vorabklärungen waren gemacht: nachdem fast täglich per Mail Anfragen eingingen, ob die FVS die in England so erfolgreiche Kampagne auch in die Schweiz bringen werde, musste ein Entscheid fallen. Mittlerweile hatten auch die Medien das Thema auf die Schweiz zu beziehen begonnen, und so kam es – wohl erstmals in der Geschichte der FVS – dazu, dass das Schweizer Fernsehen an einer ZV-Sitzung anwesend war. Der Entscheid war einstimmig: Wer, wenn nicht die FVS sollte das in der Schweiz aufgreifen. Diskutiert wurde über den der Slogan der Kampagne. Schliesslich wurde aber entschieden, dass wir vorerst beim Original bleiben wollen und auf die «coporate identity» der weltweiten Kampagne setzen. Ebenfalls beschlossen wurde, dass die FVS zwar die Arbeit leistet, die Finanzierung aber ausschliesslich aus Spenden geschehen soll. Das Spendenziel wurde bewusst auf eher bescheidene Fr. 50'000.angesetzt und im begleitenden Text wird darauf verwiesen, dass wir zwar mit dieser Aktion ebenfalls eine Botschaft in den öffentlichen Raum setzen, dass es uns aber nicht darum geht, eine eigentliche Werbeschlacht anzuzetteln, sondern «religiöse Abrüstung» zu propagieren (siehe Kasten). Den Sonntag verbrachte der Zentralvorstand mehrheitlich am Computer: Es galt Webseiten in drei Landessprachen zu erstellen, ein elektronisches Spendenkonto einzurichten, ein Postkonto zu eröffnen, Texte schreiben und übersetzten und, und, und ... Am Montag erschien die Aktion auf der Frontseite der deutschsprachigen Ausgabe von 20Minuten. Das Medienecho war gross und die Reaktionen zahlreich. Über 40'000 Mal wurde die FVS-Webseite aufgerufen, es gab einige spontane Beitritte per E-Mail, viele Bestellungen von Probeabos und – die Spenden begannen zu fliessen. Auch Negatives liess leider nicht auf sich warten: In Luzern wurde den Verkehrsbetrieben mit dem Abfackeln von Bussen gedroht! Spendenstand am 19.2.09: Fr. 5'500.Postkonto: 85-535254-7 "Buskampagne" Freidenker-Vereinigung der Schweiz, 3001 Bern Es ist höchste Zeit abzurüsten! • Wir weisen religiöse Wahrheitsansprüche zurück und werben für ein entspanntes Verhältnis zur Gottesfrage. • Wir ermuntern die Menschen, sich von den (Un-)Heilsversprechen der Religionen zu lösen und ihr Leben zu geniessen. • Wir sind überzeugt, dass zum guten Leben auch die gute Tat gehört. • Wir fordern die Trennung von Staat und Kirchen / Religionen als Voraussetzung für eine friedliche, demokratische Gesellschaftsordnung. • Wir respektieren die Religionsausübung im Privaten, soweit sie durch die Religionsfreiheit der Verfassung geschützt ist. • Wir setzen uns für die freie Meinungsäusserung ein und den demokratischen www.geniess-das-leben.ch Diskurs. Aus dem Zentralvorstand FVS Delegiertenversammlung 17. Mai 2009 Der Vorstand hat beschlossen, den Delegierten den Austritt der FVS aus der Weltunion der Freidenker WUF zu beantragen. Auf Anregung des Grossen Vorstandes wird eine Überarbeitung der Statuten vorgeschlagen. Im Anschluss an die DV wird der Berner Mikrobiologe Beda Stadler als Gastreferent einen öffentlichen Vortrag halten zum Thema: «Gentechnologie – ein Eingriff in die Evolution?» Die Sektionen Zürich/Winterthur und Basel FUB/NWS werden aufgefordert, einen Wahlvorschlag für die vakanten ZV-Sitze zu präsentieren. Interne Kritik an Öffentlichkeitsarbeit In Leserbriefen haben André Kessler (ZH) und Thomas Willig (ML) fehlenden Respekt und mangelhaften Stil insbesondere im Schreiben an Nationalratspräsidentin Simoneschi gerügt. Der ZV nimmt die Kritik entgegen und hat für derartige Fälle künftig die konsequente Anwendung des 4-Augen-Prinzips beschlossen. Auf den Abdruck der Reaktionen wird aus Platzgründen verzichtet. Kantonale Wahlen Die Geschäftsstelle hat sich bemüht, für die kantonalen Wahlen in Solothurn und im Aargau Entscheidungsgrundlagen zu beschaffen. Das Ergebnis findet sich auf Seite 4, sowie auf der FVS-Webseite. Ex-Muslime Der Zentralvorstand hat den Ex-Muslimen die Unterstützung der FVS bei der Gründung eines eigenen Vereins zugesichert. rc 4 frei denken. 3/2009 Kt. Aargau Auf der Webseite www.wahlen.ch finden die WählerInnen des Kantons Aargau interessante Informationen über die KandidatInnen der bevorstehenden Grossratswahlen. Die FVS-Geschäftsstelle stellt auf der Webseite www.freidenken.ch eine Auswertung bezüglich der Frage nach der Trennung von Staat und Kirche vor. Wer der Anleitung auf der Webseite folgt, kann die Liste der KandidatInnen erstellen und durch Konsultation des jeweiligen persönlichen Profils herausfinden, ob die KandidatInnen sich selber als gläubige Person bezeichnen. Staat und Kirche(n) im Kt. Aargau Die Aargauer Verfassung von 1980 ist gemäss Präambel in der «Verantwortung vor Gott» erlassen worden. Finanziell sind Staat und Kirchen im Kanton getrennt, der Staat zieht aber die Kirchensteuer der anerkannten Kirchen (ref., kath., christkath.) ein. Kirchensteuern für juristische Personen werden keine erhoben. Der Lehrplan sieht Religion als Lehrfach vor und überlässt den anerkannten Religionsgemeinschaften zwei Wochenstunden während der Unterrichtszeit. 2008 wurde im Grossen Rat ein Postulat der SVP, das das Ausweniglernen des frömmlerischen «Schweizerpsalms» als Pflichtstoff an der Volksschule will, mit Hilfe der EVP knapp überwiesen. Auswertung vom 18. Februar 2009 Von 220 KandidatInnen sind 161 klar für Trennung von Staat und Kirche 8 klar gegen Trennung von Staat und Kirche 32 geben keine klare Antwort 19 geben gar keine Antwort *nach Parteien: CVP 23 von 35 EDU 1 von 2 EVP 1 von 1 FDP 36 von 50 JF 3 von 4 JG 1 von 1 GLP 13 von 17 GP 23 von 32 JUSO 3 von 3 SP 26 von 30 SD 7 von 9 JSVP 1 von 2 SVP 23 von 34 KandidatInnen für die Trennung KandidatInnen für die Trennung KandidatInnen für die Trennung KandidatInnen für die Trennung KandidatInnen für die Trennung KandidatInnen für die Trennung KandidatInnen für die Trennung KandidatInnen für die Trennung KandidatInnen für die Trennung KandidatInnen für die Trennung KandidatInnen für die Trennung KandidatInnen für die Trennung KandidatInnen für die Trennung Kt. Graubünden Ethikinitiative kommt vors Volk Das Bündner Initiativkomitee für ein Fach Ethik zieht seine Initiative nicht zugunsten des Gegenvorschlags zurück, der eine Stunde Religionsunterricht und eine Stunde Ethikunterricht vorsieht. Die FVS hat dem Komitee zum Entscheid gratuliert und Unterstützung im bevorstehenden Abstimmungskampf angeboten. In seiner Pressemitteilung schreibt das Komitee: «Das 'Modell 1+1' wird grundsätzlich als Entgegenkommen angesehen und das Initiativkomitee zeigt sich erfreut, dass sich dank der Ethikinitiative in dieser Frage etwas bewegt hat. Der Gegenvorschlag ist aber ein Kompromiss. Er ist zwar besser als der Status quo, ist aber nicht die beste Lösung. Die Ethikinitiative ist der logische Schluss, den man aus der heutigen Situation ziehen muss. Denn die Notwendigkeit eines Faches, in dem Werte vermittelt werden, in dem über Probleme des Zusammenlebens diskutiert wird, in dem über christliche und andere Religionen gelehrt wird, ist unbestritten. Ein solches Fach muss aber für alle obligatorisch und allein vom Kanton verantwortet sein. Das Initiativkomitee ist überzeugt, dass die Bevölkerung in dieser Frage mitreden will, weshalb wir ihr die Möglichkeit geben wollen, selber darüber zu bestimmen. Es ist wichtig für Graubünden, dass die Diskussion in der breiten Öffentlichkeit geführt wird und auch alteingesessene und veraltete Systeme hinterfragt werden. Was will die Initiative? Die Ethikinitiative will an der gesamten Volksschule ein für alle obligatorisches neues Schulfach einführen, nämlich Ethik. Gleichzeitig würde dieses neue Fach den bisherigen Religionsunterricht an der Schule ersetzen. Anders als im Religionsunterricht, wo aufgrund der Glaubens- und Gewissensfreiheit eine Abmeldemöglichkeit besteht, ist dies beim Ethikunterricht nicht der Fall. Alle SchülerInnen können und sollen ihn besuchen. Denn das Fach Ethik steht in der alleinigen Verantwortung des Kantons und muss politisch und religiös neutral sein. Beim Ethikunterricht handelt es sich also nicht um einen Religionsunterricht für alle. Die religiöse Sozialisation und die Glaubenslehre (teaching in religion) sind Aufgaben der Landeskirchen und nicht des Staates bzw. der Schule. Das heisst nicht, dass die Auseinandersetzung mit Religion aus der Schule verbannt wird. Es sollen im Ethikunterricht explizit Kenntnisse über Religion(en) vermittelt werden (teaching about religion, Religionskunde sozusagen). Dies fördert das gegenseitige Verständnis und trägt zu einem friedlicheren Zusammenleben bei. Im Ethikunterricht werden also moralische Fragen, Alltagsthemen und Probleme des Zusammenlebens behandelt sowie Werte vermittelt. Die christliche Religion und ihre Ausprägungen, aber auch andere Religionen sind ebenfalls wichtiger Bestandteil des Ethikunterrichts.» rc www.ethik-initiative.ch 76% * 4% 66% 50% 100% 72% 75% 100% 76% 72% 100% 87% 78% 50% 68% Auffallend war, dass sich innerhalb von 3 Erhebungen sowohl bei der FDP wie bei der Grünen Partei die Anteile der Trennungsbefürworter verdoppelt haben. Ob die auf dem Internet zugängliche Auswertung der FVS dabei eine Rolle gespielt hat? rc Kt. Solothurn Den RegierungsratskandidatInnen hat die Geschäftsstelle einen Fragebogen zukommen lassen mit verschiedenen Fragen zum Verhältnis von Staat und Kirche im Kanton. Die wiederkandidierenden Regierungsräte und -rätinnen haben die Beantwortung der Fragen abgelehnt. Innerhalb der vorgegebenen Zeit hat lediglich ein Kandidat den Fragebogen retourniert: Heinz Müller, Grenchen, hat bei allen Fragen angegeben, dass er mit dem Status quo zufrieden ist. Für seine Antwort sei ihm an dieser Stelle gedankt. Bleibt die Feststellung, dass für die Anliegen der FVS bei den Regierungsratswahlen im Kanton Solothurn diesmal nichts zu gewinnen ist. rc Stadt St. Gallen Die Diskussion der Interpellation Weber (SP) zur umstrittenen Ablehnung der FVS-Plakate «Der Mensch ist frei geboren» hat das Fernsehen angelockt: Vor laufender Kamera hat sich Stadtrat Fredy Brunner (FDP) halbherzig für seinen «Bauchentscheid» entschuldigt (beim wem?) und im Interview seine Sorge um den Zerfall der Werte und die Verletzung der sittlichen Empfindlichkeit seiner BürgerInnen ausgedrückt. In den VBSG sollen künftig weder religiöse noch politische Plakate erlaubt sein. Ob die rechtliche Grundlage für diese Einschränkung genügt ist m. E. fraglich. rc 3/2009 frei denken. 5 Intoleranz nicht tolerieren Für Mina Ahadi ist die Abkehr vom Glauben ein Grundrecht, nach islamischer Rechtslehre ist sie ein Verbrechen. Deshalb wird die gebürtige Iranerin, seit sie den «Zentralrat der Ex-Muslime» gründete, von Fundamentalisten mit dem Tode bedroht. In ihrem Buch erklärt die mutige Kämpferin für Menschen- und Frauenrechte, warum der Islamismus in Deutschland eine Gefahr ist und warum wir keine muslimische Parallelgesellschaft dulden dürfen. Mit ihrem Einsatz für Freiheit und Demokratie riskierte Mina Ahadi bereits in ihrem Heimatland Iran ihr Leben. Seit ihrer Flucht in den Westen setzt sie sich kompromisslos für die Frauenrechte in islamischen Ländern ein. Zugleich muss sie entsetzt feststellen, dass der Fundamentalismus in demokratischen Staaten Einzug hält. Auch in Deutschland dürfen sich Muslime nicht offen zu ihrem Unglauben bekennen, werden Frauen zum Tragen des Kopftuchs gezwungen und von ihren Ehemännern als Besitz betrachtet. Doch es ist gefährlich, wenn wir aus falsch verstandener Toleranz die Gesetze der Scharia bei uns dulden. Mina Ahadis Buch ist ein leidenschaftliches Plädoyer für eine wehrhafte Demokratie, in der die Menschenrechte für alle Bürger gelten, auch für die muslimischen. Mina Ahadi, Sina Vogt Ich habe abgeschworen: Warum ich für die Freiheit und gegen den Islam kämpfe Gebundene Ausgabe: 288 Seiten Verlag: Heyne (11. Februar 2008) ISBN-10: 3453152883 Zentralrat der Ex-Muslime e.V. In Deutschland wurde 2007 der Rat der Ex-Muslime gegründet. Dem Zentralrat der Ex-Muslime gehören Menschen an, die entweder den muslimischen Glauben aufgegeben haben oder die niemals Muslime waren, wenngleich sie aufgrund ihrer Herkunft aus einem sog. «muslimischen Land» gemeinhin der «Gruppe der Muslime» zugerechnet werden. Da viele von uns gezwungen waren, den islamischen Machthabern in unseren Herkunftsländern zu entfliehen, können und wollen wir es nicht hinnehmen, dass nun in Deutschland ausgerechnet muslimische Funktionäre in unserem Namen sprechen sollen. Wir wehren uns in aller Entschiedenheit dagegen, dass muslimische Organisationen wie der Islamrat oder der Zentralrat der Muslime den Anspruch erheben, uns und unsere Interessen in Deutschland vertreten zu können! Wir fordern die deutsche Politik und Öffentlichkeit dazu auf, die Augen dafür zu öffnen: • dass die Menschenrechte unteilbar sind und somit auch für all jene Menschen gelten müssen, die in einer sog. «muslimischen Kultur» aufgewachsen sind • dass es auch in den sog. «muslimischen Ländern» zahlreiche Menschen gibt, die sich zu keinem religiösen Glauben, sondern zu den säkularen Werten von Humanismus und Aufklärung bekennen Auf der Basis solcher aufklärerischhumanistischer Grundüberzeugungen setzt sich der Zentralrat der Ex-Muslime für folgende Ziele ein: • die Durchsetzung der allgemeinen Menschenrechte als unveräusserliche individuelle Rechte des einzelnen Menschen • die Durchsetzung der Weltanschauungsfreiheit als Freiheit, sich öffentlich wie nichtöffentlich zu religiösen oder nichtreligiösen Anschauungen zu bekennen oder dies zu unterlassen • die Durchsetzung einer konsequenten Trennung von Staat und Kirche/Religion/ Weltanschauung • die Förderung der Völkerverständigung auf der Grundlage der allgemeinen Menschenrechte • die Förderung des vernunftgeleiteten Denkens und der Erziehung zur Toleranz. Moschee-Bau ist kein Mittel der Integration Die Entscheidung des Kölner Stadtrates zum Bau einer Grossmoschee ist auf scharfe Kritik des Zentralrates der Ex-Muslime gestossen. «Ich bin empört über diese fatale Entscheidung. Alle aggressiven Tendenzen, die es im Islam gibt, wurden ausgeblendet und schöngeredet. Hier geht es nicht um die Unterstützung für eine Religion sondern um die Stärkung einer Bewegung, die Menschenrechte ignoriert», sagte Zentralratsvorsitzende Mina Ahadi. Der Moscheebau bewirke auch keine verbesserte Integration. «Eine Moschee ist nicht der richtige Ort für Integration. Im Gegenteil: Hier wird weiter ausgegrenzt. Mit dem Kölner Bau werden Parallelgesellschaften betoniert.» Hart ins Gericht geht Ahadi auch mit Kölns Oberbürgermeister Fritz Schramma (CDU), der den Moscheebau unterstützt. «Herr Schramma sitzt einer Utopie auf, wenn er ernsthaft glaubt, der Bau werde bald eine Kölsche Moschee sein. Das wird niemals so sein. Die mächtige Moschee mit ihren 55 Meter hohen Minaretten wird in Köln kaum als Zeichen für Verständigung verstanden werden, sondern als Symbol der neuen Macht der Muslime.» Der Zentralrat der Ex-Muslime wehre sich gegen die fortschreitende Verharmlosung radikaler islamistischer Tendenzen in Deutschland. «Ich klage auch Fritz Schramma persönlich an. Politiker wie er sind mitschuldig, wenn es weitere sogenannte Ehrenmorde in Deutschland gibt und in islamischen Familien Frauen völlig rechtlos unterdrückt werden», so Mina Ahadi. Die Politik des 21. Jahrhundert sollte Offenheit und Freiheit gestalten, statt eine mittelalterliche Kultur zu verteidigen. Der Zentralrat der Ex-Muslime verurteilte aber ebenso die Bestrebungen des rechten Vereins Pro Köln, einen AntiIslamisierungsgipfel in Köln auszurichten. «Das lehnen wir strikt ab. Wir werben zwischen der Pro-Islam-Bewegung und den radikalen Gegnern für einen dritten Weg. Wir wollen eine offene Integration von Zuwanderern, bei der Religion Privatsache ist und nicht als Machtbeweis missbraucht wird», so Ahadi abschliessend. Lebensgefährlich: Homosexualität im Iran (hpd) Mina Ahadi steht immer wieder in engem Kontakt mit Menschen, die hingerichtet werden sollen, und deren Angehörigen. Viele kann sie retten. Nicht jedoch den siebzehnjährigen > Seite. 6 6 frei denken. 3/2009 Iraner Makvan Molodi: Weil er als Dreizehnjähriger angeblich einen Freund hatte, wurde Makvan Molodi 2008 hingerichtet. Laut Amnesty International wurden bisher in Iran ca. 4'000 Männer wegen Homosexualität hingerichtet. Die Dunkelziffer mittels Suizid und offiziell anders begründeter Hinrichtungen dürfte allerdings, so Menschenrechtlerin Mina Ahadi, weitaus höher liegen. Denn das Thema Homosexualität wird von allen Seiten totgeschwiegen. Auch Menschenrechts- und Frauenrechtsorganisationen wollen sich nicht mit dem Thema befassen. Homosexuelle fühlen sich allein, werden von ihren Familien und ihrem sozialen Umfeld im Stich gelassen. Manche Familien versuchen, homosexuelle Familienmitglieder mit Elektroschocktherapien zu «heilen». Über homosexuelle Frauen, die hingerichtet wurden, gibt es keinerlei Zahlen. Der iranische Präsident Ahmadinejad verkündete im September 2008 an der Columbia University in New York City, es gebe im Iran keine Homosexualität. Im November 2008 wiederum gab ein iranischer Minister, Mohsen Yahyavi, am Rande einer Friedenskonferenz gegenüber britischen Parlamentsmitgliedern zu, dass im Iran Homosexualität mit dem Tod bestraft wird. Er wurde mit einigen Berichten konfrontiert, dass schon im Jahr 2005 zwei schwule Jugendliche, Mahmoud Asqari und Ayad Marhouni, gehängt worden waren. Der Hauptgrund für die Verfolgung und Hinrichtung von Homosexuellen ist, so Ahadi, der Versuch des politischen Islam, in der Bevölkerung Angst auszulösen. Menschen, die gesellschaftlich in einer schwachen Position sind, wie Homosexuelle, wie ehebrechende Frauen, werden öffentlich hingerichtet, um alle anderen über die Angst zu beherrschen. Doch nicht nur Homosexuelle leben gefährlich. Das Recht auf sexuelle Selbstbestim- mung jedweder Art wird eingeschränkt und Verstösse werden bestraft. Als Hinrichtungsgründe gelten auch vorehelicher Geschlechtsverkehr oder Ehebruch. Dies kann zuweilen bizarre Züge annehmen. So sollte eine vierfache Mutter gesteinigt werden, deren drogenabhängiger Mann sie zur Prostitution mit anderen Männern zwang, die er mit nach Hause brachte. Diese Frau konnte Mina Ahadi retten. Widerstand gegen Repressionen Mithilfe der Vernetzung von Menschen untereinander, über Internet und Satellitenfernsehen, entwickelt sich mittlerweile im Iran eine grosse Bewegung gegen Repressionen wie Geschlechterapartheid, gegen Todesstrafe und gegen Steinigung, gegen eine Religion und einen Gott, der als Legitimation für ein solch repressives Leben herangezogen wird. Jedes Mal, wenn Mina Ahadi im Iran live auf Sendung geht, rufen mehr als 200 Zuschauer an und geben sich kämpferisch. In Internetforen diskutieren Homosexuelle, geben Interviews und organisieren ihren Widerstand. Ahadi hofft, dass eine offene Diskussion in Europa die europäischen Regierungen unter Druck setzt, ihre Politik gegenüber dem Iran und anderen Ländern zu ändern. Wenn die Bevölkerung in Deutschland und anderen europäischen Ländern das Tabu bricht und zeigt, dass es eine weltweite Bewegung für sexuelle Selbstbestimmung gibt, für die Rechte von Homosexuellen. Bisher wurde Homosexualität weder in Deutschland, Schweden, Dänemark oder Holland als Asylgrund anerkannt. Begründung: «Wenn Sie Ihre Homosexualität nicht offen ausleben, haben Sie damit auch im Iran kein Problem!» In der Schweiz kann die Homosexualität als Asylgrund gelten, wenn damit nicht nur eine gesellschaftliche Diskriminierung sondern eine Verfolgung verbunden ist. Säkulare Umschau Deutschland Hessen: Kritik an Plänen zum Islamunterricht (ibka/hpd) Der Internationale Bund der Konfessionslosen und Atheisten (IBKA) äussert sich ablehnend zur Absicht von Kultusministerin Henzler, einen islamischen Religionsunterricht an hessischen Schulen einzurichten. «Es ist ein absurder Gedanke, dass ein nach Religionen getrennter Unterricht zur besseren Integration beitragen könnte», sagte dazu der IBKA-Regionalbeauftragte Hessen, René Hartmann. «Ein Religionsunterricht, in dem Schülerinnen und Schüler in 'ihrer' Religion (sprich: in der ihrer Eltern) unterrichtet werden, ist ein anti-emanzipatorisches Relikt aus Zeiten, als die Zugehörigkeit zu einer Religionsgemeinschaft als Selbstverständlichkeit betrachtet wurde.» Die Vermittlung einer bestimmten Glaubensrichtung gehöre in einem weltanschaulich neutralen Staat generell nicht an die öffentliche Schule. Insofern stellen die Pläne von Ministerin Henzler einen Schritt in die falsche Richtung dar. Dem Ziel der Integration könne ein Unterricht in Ethik, Religions- und Weltanschauungskunde für alle Schülerinnen und Schüler viel eher dienen. Berlin: Volksbegehren «Pro Reli» zustande gekommen Das Volksbegehren verlangt die freie Wahl zwischen konfessionellem Religionsunterricht und Ethikunterricht. Das deutschen Grundgesetz garantiert das Recht der Eltern, über die Teilnahme der Kinder am Religionsunterricht zu bestimmen und schreibt vor, dass Religion an den öffentlichen Schulen ordentliches Lehrfach ist. Aufgrund einer Besonderheit der Übergangsbestimmungen war es 2006 möglich gewesen, in Berlin das Pflichtfach Ethik einzuführen. Dagegen haben Kirchen und ihre AnhängerInnen eine Initiative lanciert, die voraussichtlich bereits im April zur Abstimmung kommt. Quelle www.hpd.de Italien Rom: Urteil gegen Richter Tosti kassiert 2005 wurde der italienische Richter Luigi Tosti wegen «Pflichtverletzung im Amt» zu 7 Monaten Haft und einem Jahr Suspendierung von allen öffentlichen Ämtern verurteilt, weil er sich weigerte, unter dem Kruzifix Recht zu sprechen und sich dabei auf ein höchstrichterliches Urteil aus dem Jahr 2000 berief, nach dem Kruzifixe in staatlichen Räumen sich nicht mit dem säkularen Staat vereinbaren lassen. 2007 fand vor das Berufungsverfahren gegen die Haftstrafe statt. Der Prozess sollte wiederum unter dem Kreuz im Gerichtssaal stattfinden, so dass sich Tosti gezwungen sah, den Gerichtssaal unter Verlesung einer ausführlichen Begründung zu verlassen. Seine Berufung wurde abgelehnt. Das Kassationsgericht in Rom hat dieses Urteil nun aufgehoben. Niederlande (hpd) Der Streit um Geert Wilders und seinen umstrittenen Film «Fitna» geht nun vor Gericht. Wilders muss sich angesichts seiner Äusserungen zum Islam wegen Anstiftung zu Hass und Diskriminierung verantworten. Ein Berufungsgericht in Amsterdam beauftragte entsprechend die Staatsanwaltschaft, weil sich Muslime durch Wilders' Vergleiche des Islam mit der Nazi-Ideologie beleidigt fühlen dürfen. Wilders steht unter starkem Polizeischutz und muss ständig seinen Wohnort wechseln. Im Februar 2009 hat die britische Regierung Wilders nicht einreisen lassen. Er wollte auf Einladung eines Mitglieds des Oberhauses seinen Film zeigen. Im Flughafen verweigerte man ihm die Einreise wegen Bedenken für die öffentliche Sicherheit. Problematisch an Wilders Film ist weniger die Islamkritik, sondern sind die populistischen, pauschalisierenden Aussagen über MigrantInnen aus muslimischen Ländern mit denen er ausländerfeindliche Haltungen bedient. Bestellen Sie Ihre Bücher über den virtuellen Büchershop auf www.freidenken.ch: Amazon vergütet mindestens 5% des Betrages an die FVS. NEU: Bücher kaufen zum Vorteil der FVS 3/2009 frei denken. 7 Bern Stollbergs Inferno Lesung mit FVS-Agenda Zentralvorstand DV 2009 Sa. 4. April 2009 im Freidenkerhaus Bern So. 17. Mai 2009 in Olten Michael Schmidt-Salomon Samstag, 14. März 2009 10:15-11:45 Foyer des Stadttheater Eintritt frei Der Religionskritiker Jan Stollberg stirbt während einer Vorlesung und findet sich zu seinem maßlosen Erstaunen in der christlichen Vorhölle wieder. Wie er sind dort alle Philosophen gefangen, die aufklärerisches Gedankengut vertreten haben. Der unmittelbar bevorstehende Abtransport Feuerbachs zur "Himmlischen Rampe" wird für die gepeinigten Gefangenen zum Anlass, die höllischen Zustände nicht länger nur zu interpretieren, sondern sie zu verändern. Sie planen den Aufstand gegen die Diktatur Gottes... Basel – NWS Letzter Do. im Monat Donnerstag-Hock 15:00 Rest. "Park", Flughafenstr. 31 Basel – Union Büchertisch Mit Darwin leben Professor Philip Kitcher ist ein Philosophie Chur: Café Philo ID nicht beantworten kann. Die Kreationisten operieren oft mit Fragestellungen, die die Wissenschaft und Experimente gar nicht hergeben. So hat Stanley Miller 1952 ein raffiniertes Experiment zur Entstehung des Lebens durchgeführt: er simulierte Vulkane und Blitze in einem simplen Gemisch aus Wasser, Methan, Ammoniak und Wasserstoff (einer Art Ursuppe) und konnte damit Aminosäuren (Bausteine der Eiweisse) herstellen. Eine erneute Analyse seiner Testsubstanzen im Oktober 2008 ergab gar, dass 22 Aminosäuren synthetisiert worden waren, während Miller selbst damals nur 12 Aminosäuren nachgewiesen hatte. Ein Kreationist, Stuart Pullen, hat geschlaumeiert, dass die Entstehung von Insulin unter diesen Bedingungen höchst unwahrscheinlich wäre. Na und? Die Frage, die Miller mit dem Experiment beantwortet hatte, war, ob die Entstehung von Aminosäuren aus einem Gemisch einfacher Moleküle überhaupt möglich ist. Wir wissen überhaupt nicht, ob das von Miller verwendete Gemisch überhaupt Ähnlichkeit mit der «Ursuppe» hatte, und noch weniger, ob darin einst Insulin entstanden ist. Die Kreationisten sind kreativ im Ausdenken von Missverständnissen und Scheinproblemen, mit denen sie vermeintliche Schwachstellen der Evolutionstheorie aufzeigen. Kitcher legt dar, dass ihre Argumente bereits zu Darwins Zeiten, teilweise sogar Zentrum Brandis12 (Brandisstr. 12; Nähe Bf. Chur, beim Naturmuseum) Samstage: 14.3., 4.4. und 9.5. 16:00 - 18:00 Moderation: Detlef Staude www.philocom.ch Infos: 081 353 35 22 Freitag, 20. März 18:00 Generalversammlung Café "Spillmann", Eisengasse 1 Jeden Freitag 19:00 Freie Zusammenkunft Rest. "Urbanstube", Petersgasse 1 britischer Wissenschaftsphilosoph, der an der Columbia University lehrt und bereits 1983 ein Buch über die Auseinandersetzung zwischen den Evolutionstheoretikern und den Kreationisten geschrieben hatte. Mittlerweile hat sich der Kreationismus zum «Intelligent Design» (ID) gewandelt, indem dessen Anhänger den religiösen Aspekt zum Schein weglassen und argumentieren, hinter der Entwicklung der Arten müsse ein nicht genauer bezeichneter «intelligenter Designer» stehen. So wollen sie ihre religiöse Weltanschauung im Biologie-Unterricht als eine der Evolutionstheorie ebenbürtige, alternative «wissenschaftliche Theorie» unterbringen. Auf diesen Wandel geht Kitcher mit seinem neuen Buch ein. Dabei macht Kitcher einen wichtigen Punkt nachvollziehbar, nämlich, dass Kreationismus eine rein negative These ist. ID beschränkt sich darauf, gegenwärtig ungelöste Probleme als nur durch ihre Lehre lösbar darzustellen. Dabei lassen sie offen, welche Ziele und Fähigkeiten ein intelligenter Designer haben soll. Wieso soll ein Schöpfer das Leben auf gewundenen Umwegen und mit unzähligen Sackgassen hervorgebracht haben? Warum beliess er Überbleibsel (zum Beispiel den Beckenknochen der Wale, der keine Funktion besitzt)? Warum liess er vererbbare Defekte zu? Das sind Fragen, die Bern Montag, 9. März 15:00 Seniorentreff im Freidenkerhaus Weissensteinstr. 49B Dienstag, 17. März Freidenker-Treff Restaurant "National" 19:00 Philosophie in Langenthal Hotel Bären, Langenthal Zyklus zu Thema "Welche Zukunft haben Philosophie und Religion?". Sonntage: 8.3. und 29.3. 11:00 - 13:00 Moderation: Detlef Staude Infos: 062 923 17 57 Samstag, 21. März Hauptversammlung anschliessend Imbiss Hotel "Bern" 15:00 Grenchen Dienstag, 17. März 19:00 Generalversammlung mit Imbiss Rest. "Parktheater", Grenchen von Darwin selbst erwogen und verworfen wurden. Es handelt sich bei ID um eine tote Lehre, die allenfalls noch wissenschaftshistorische Bedeutung hat. Sie in den Biologie-Unterricht aufzunehmen wäre vergleichbar mit der Aufnahme der Alchemie in den Lehrstoff. Das Buch ist eine empfehlenswerte, wenn auch etwas langatmige Übersicht über die Diskussion und die Motive der Kreationisten. Ich hätte mir eine griffigere Zusammenfassung der kreationistischen Behauptungen und der evolutionstheoretischen Beweise gewünscht. Maja Strasser Schaffhausen Café CoopCity Jeden Samstag 10-11:00 Freidenkerstamm Winterthur Der neue Vorstand wird im März das Jahresprogramm beschliessen. Ab April werden wieder Anlässe stattfinden. Zürich Samstag, 14. März 14:30 Generalversammlung Restaurant "Schweighof" Anmeldung bis 3. März an den Präsidenten Tel/Fax 044 463 16 55 Philip Kitcher Mit Darwin leben: Evolution, Intelligent Design und die Zukunft des Glaubens Suhrkamp, 2009 ISBN-10: 3518585177 Freidenker-Vereinigung der Schweiz FVS Mitglied der Weltunion der Freidenker (WUF) und der Internationalen Humanistischen und Ethischen Union (IHEU) www.frei-denken.ch Kontakte für weltliche Feiern Basel: Freidenker Nordwestschweiz 061 321 31 48 Basel: Freidenker-Union 061 601 03 43 oder 061 601 03 23 Bern 079 449 54 45 oder 079 795 15 92 Grenchen und Umgebung 076 53 99 301 oder 032 645 38 54 Mittelland 062 926 16 33 St. Gallen 052 337 22 66 Vaud/Waadt 026 660 46 78 ou 022 361 94 00 Winterthur und Thurgau 052 337 22 66 Zentralschweiz 041 420 45 60 Zürich 044 463 16 55 Sollte unter der regionalen Nummer niemand zu erreichen sein, wenden Sie sich bitte an die FVS-Geschäftsstelle: 031 371 65 67 oder an 052 337 22 66 Basel Freidenker Nordwestschweiz Postfach 260 4010 Basel basel-nws@frei-denken.ch Präsident: H. Stieger 079 217 01 29 Mitgliederdienst: B. Bisig 061 321 31 48 Vaud Ass. vaudoise de la Libre Pensée CP 5264 1002 Lausanne vaud@frei-denken.ch Président: Secrétariat: J. P. Ravay 022 361 94 00 026 660 46 78 Freidenker-Union Basel Postfach 4471 4002 Basel basel-union@frei-denken.ch Präsident: G. Rudolf 061 601 03 43 Mitgliederdienst: 061 601 03 23 Winterthur Freidenker Winterthur Postfach 1806 8401 Winterthur winterthur@frei-denken.ch Kontakt J. L. Caspar 052 337 22 66 Bern Freidenker Bern Postfach 831 3550 Langnau bern@frei-denken.ch Präsident: D. Aellig 079 449 54 45 Zentralschweiz Freidenker Zentralschweiz Zugerstr. 35 6415 Arth zentralschweiz@frei-denken.ch Präsidentin: G. Annen 041 855 10 59 Genève Libre Pensée de Genève 27 ch. des quoattes 1285 Avusy genève@frei-denken.ch Président: J. P. Bouquet 022 756 40 49 Zürich Freidenker Zürich Postfach 3353 8021 Zürich zuerich@frei-denken.ch Präs.: H. Rutishauser Tel/Fax 044 463 16 55 Mitgliederdienst: M. Dobler 044 341 38 57 Grenchen und Umgebung Freidenker Grenchen u. Umgebung Postfach 418 2540 Grenchen grenchen@frei-denken.ch Präsident: S. Mauerhofer 076 388 46 39 Mitgliederdienst/ L. Höhneisen Krankenbesuche 076 53 99 301 Adressänderungen an: Postfach 217 CH-2545 Selzach Freidenker-Vereinigung der Schweiz FVS Geschäftsstelle Weissensteinstr. 49b Postfach CH-3001 Bern Tel. 031 371 65 67 Fax 031 371 65 68 info@frei-denken.ch Postkonto: 84-4452-6 Mittelland Freidenker Mittelland Postfach 56 4628 Wolfwil mittelland@frei-denken.ch Präsident: H. Haldiman 062 926 16 33 Schaffhausen Freidenker Schaffhausen Postfach 69 8213 Neunkirch schaffhausen@frei-denken.ch Kontakt: R. 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