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(file: @@FD-092009.pdf@@)94. Jahrgang I Nr. 9 I September 2009 Humanismus jenseits von Speziesismus Die medienwirksamen Angriffe der militanten Tierschutzorganisation MFAH (Militant Forces against Huntingdon Life Science) gegen Novartis-Chef Vasella und die erpresserische Forderung nach Beendigung der Geschäfte mit Tierversuchslabors haben zu Recht Empörung hervorgerufen. Mit den Anliegen der TierversuchsgegnerInnen müssen wir uns aber auseinandersetzen. Tierversuche sind durch die Regelungen im Schweizer Tierschutzgesetz rechtfertigbar – juristisch. Versuche, die dem Tier Schmerzen, Leiden oder Schäden zufügen, es in schwere Angst versetzen oder sein Allgemeinbefinden erheblich beeinträchtigen können, sind aber bewilligungspflichtig und auf das «unerlässliche Mass» zu beschränken. RRR-Forschung begrenzt Seit 1987 gibt es die Stiftung «Forschung 3R». Sie hat zum Ziel, Tierversuche wo immer möglich durch versuchstierfreie Methoden zu ersetzen (Replace), die Anzahl Tierversuche auf ein Minimum zu beschränken (Reduce) und die Belastung der Versuchstiere bei der Haltung und im Experiment so klein wie möglich zu halten (Refine). Sie hat nach eigenen Angaben über 100 Forschungsarbeiten unterstützt. Heute stehen verschiedene Verfahren zur Verfügung, die Forschung im Reagenzglas erlauben. Manche Arzneimittel können auch am Computer entwickelt und an menschlichen Zell- und Gewebekulturen, die z. B. aus Operationen zur Verfügung stehen, getestet werden. Allerdings – das Potenzial der leicht ersetzbaren Tierversuche scheint heute ausgeschöpft zu sein. Statistik der Tierversuche 1983 wurden gegen 2 Mio. Versuchtiere eingesetzt. Bis ins Jahr 2000 sind die Zahlen kontinuierlich bis auf 575'000 gesunken. Die Gründe sind umstritten: KritikerInnen behaupten, dass viele Versuche ins Ausland verlegt worden seien – dafür spricht etwa, dass in der Schweiz keine Versuche für Kosmetika durchgeführt werden. Die Zahl der betroffenen Tiere steigt seit 2001 wieder an, 2008 um 0,8% auf 732 000 (37% an Hochschulen, 57% in der Privatwirtschaft). 569'000 (78%) sind sogenannte «Labornager» (Mäuse, Ratten, Hamster, Meerschweinchen9. An ihnen wurden 92% der «schwerbelastenden» Versuche durchgeführt, ihnen also erhebliches Leiden zugemutet Plakatausschnitt von «ERDLING», dem Dokumentarfilm von Shaun Monson, 2005. > Pagina 2 «L’ultima enciclica di Ratzinger: uno scherzo da prete.» Guido Bernasconi > Seite 3 (darunter z. B. auch Versuche mit Impfstoffen). Gemäss Statistik gab es 2008 auch Versuche an 5'550 Kaninchen, 4'600 Hunden, 640 Katzen, 350 Primaten, 82'000 Vögeln und 31'000 Fischen. Aussagekraft der Versuche KritikerInnen wenden ein, dass Tiere wegen grundsätzlicher Spezies- und Stoffwechselunterschiede anders reagieren als Menschen. Zudem würden Tierversuche unter künstlichen Laborbedingungen durchgeführt, die den komplexen Eigenschaften des menschlichen Körpers nicht entsprechen. Tierversuche erlaubten deshalb keine zuverlässigen Rückschlüsse auf den Menschen und hätten vor allem eine Alibifunktion bei Schadens- oder Todesfällen. Ethische Einwände Der Fribourger Tierethiker Jean-Claude Wolf1 meint, die «Das religiöse Monopol auf Trost und Sinngebung muss öffentlich in Frage gestellt werden.» Maja Strasser, Neurologin > Seite 4 «Weil die Evolution die Menschen intelligenter werden liess, ist er zur Religion befähigt.» Francisco J. Ayala, Biologe > Seite 4 «Menschen glau- ben an Gott, weil sie Muster suchende Primaten sind.» Michael Shermer, Publizist > Seite 5 «Säkulare Menschen sind toleranter.» Sandro Cattacin, Soziologe generelle Verurteilung der Zufügung unnötiger Leidens (Goldene Regel) lasse sich problemlos auf alle leidensfähigen Wesen ausweiten und damit der Speziesismus («Krone der Schöpfung») überwinden. Warum sollten die Leiden von Wesen, die nicht zu unserer Spezies gehören, weniger zählen? Man könne sich vorstellen, dass es sich z.B. bei schmerzhaften oder tödlich endenden Tierversuchen um Fälle von legitimer Notwehr handle – entweder wir lassen weiterhin Menschen an AIDS sterben, oder wir opfern Versuchstiere, um ein wirksames Mittel gegen AIDS zu entwickeln … dies ist gemäss Wolf besonders evident, wenn es vor dem Hintergrund einer Kultur geschieht, in der die massenhafte Tötung von Tieren zu Nahrungszwecken praktiziert wird, da fällt die Tötung einiger Versuchstiere kaum mehr in Betracht, ja sie > Seite 3 2 libero pensiero. 9/2009 L’ultima enciclica di Ratzinger Uno scherzo da prete Qualche anno fa, tre studenti del prestigioso Massachusetts Institute of Technology avevano presentato una loro ricerca su un tema fantasmagoricamente tecnico-scientifico. Compilato il lavoro scrivendo frasi assolutamente incomprensibili costituite da termini pescati a casaccio nel gergo specialistico degli studiosi dell’intelligenza artificiale, il terzetto l’aveva presentato a uno dei tanti convegni ove gli scienziati del settore vanno, suppostamente, ad arricchire il proprio bagaglio conoscitivo. L’ermeticità dell’opera era stata motivo sufficiente perché fosse prontamente accettata come valida: infatti, le persone addette all’esame preventivo degli oggetti da trattare durante il convegno avevano probabilmente avuto il timore che la loro perplessità di fronte ad un testo indecifrabile avrebbe denunciato la loro insufficiente preparazione alla bisogna. Solo l’autodenuncia degli studenti burloni aveva svelato l’imbroglio. Il caso poc’anzi menzionato richiama alla memoria la storiella del sovrano il quale indossa (o, meglio, crede di indossare) un abito che tutti affermano di vedere e apprezzare anche se è inesistente. Fenomeni analoghi si verificano in ogni campo dello scibile, sia nell’ambito umanistico che in quello scientifico. E quando appare chi ha il coraggio (o l’ingenuità) di denunciare la nudità del re, può persino capitare che gli «autosuggestionati» non vogliano riconoscere l’errore ma persistano pervicacemente nel sostenere l’impostura. Fenomeni analoghi si verificano non solo quando si sconfina nell’ambito della metafisica, dell’esoterismo, del misticismo, dell’occultismo ma, purtroppo anche quando ci si muove nei diversi campi della cultura scientifica e umanistica, ove la ragione dovrebbe illuminare il cammino della conoscenza. In ordine a queste considerazioni, l’ultima fatica di Joseph Ratzinger suscita non poche perplessità. Proprio questa che, a detta dei panegiristi di turno, dovrebbe essere «l’enciclica più attesa nella storia recente della Chiesa» risulta essere uno sterile esercizio parolaio. Le travagliate doglie vaticane non hanno prodotto che una rumorosa emissione di gas. Eppure c’è stato chi se n’è dichiarato estasiato, inebriato. E c’è di che: il Cristo, per bocca del suo «vicario», si è espresso sulla crisi globale, indicando la rotta da seguire sulle coordinate della carità e della verità. In brevissimo lasso di tempo, a ritmi biennali, il papa Benedetto si è pronunciato richiamando, in ordine inverso, le virtù teologali, cominciando dalla carità («Deus caritas est», del 2005), passando per la speranza («Spe salvi», del 2007), per concludere con la fede («Caritas in veritate», pubblicata or ora). Quest’ultima sua esternazione, ancorchè decisamente prolissa, sembra raffazzonata frettolosamente: come se l’urgente necessità di dire qualcosa in un momento tanto critico fosse andata a scapito della concisione e, soprattutto, della chiarezza. Vero è che la comprensibilità poco si addice a chi è uso ad esprimersi come un oracolo. «Caritas in veritate», già ricca di richiami alle sacre scritture, è appesantita da ben centocinquantanove citazioni di opere dottrinali di analogo contenuto. Il tutto nell’intento di provare che, pur nel mutare delle circostanze, la Chiesa guida da sempre l’umanità in quanto «la sua dottrina sociale è annuncio e testimonianza di fede». Pietra miliare di questo ammaestramento è la «Rerum novarum», emanata da Leone XIII nel 1891, successivamente commemorata nel 1931 da Pio XI («Quadragesimo anno») e nel 1991 da Giovanni Paolo II («Centesimus annus»). Nell’attuale documento, tuttavia, è curiosamente la «Populorum progressio» del tribolato e controverso Paolo VI che fa da filo conduttore circa l’applicazione della giustizia nell’ambito socioeconomico. L’odierno ricupero del pensiero di un papa che fu inviso ai tradizionalisti non deve stupire più di quel tanto. La Chiesa è grande perché ognuno ci sta dentro a modo proprio: dagli apologeti dell’Ancien Régime agli alfieri della teologia della liberazione. Tant’è che da destra e da sinistra si sono levate lodi sperticate alla «profondità» e all’«intensità» delle analisi e delle riflessioni contenute nell’enciclica. C’è persino chi propone di assegnare al papa il Nobel dell’economia. Il che non va certo a onore del Ratzinger, semmai depone a sfavore di chi ha avuto simile balzana pensata. Leggendo questo lungo sproloquio privo di originalità, si ricava l’impressione che ci si trovi di fronte ad una prova di illusionismo verbale ove, in modo forzoso talune parole-chiave vengono combinate in formulazioni miranti a suggerire l’esistenza di enigmatici significati trascendentali. Spesso ci si trova di fronte ad affermazioni assiomatiche paragonabili a complesse espressioni algebriche le cui soluzioni rimangono indeterminate, qualunque sia il valore delle incognite: banalità delle quali è ovvia solo l’insignificanza. Esemplificando, che senso ha sostenere che «la speranza cristiana è una potente risorsa sociale a servizio dello sviluppo umano integrale, cercato nella libertà e nella giustizia»? oppure che «la giustizia riguarda tutte le fasi della vita economica, perché questa ha sempre a che fare con l’uomo e con le sue esigenze»? oppure, ancora, che «la verità della globalizzazione come processo e il suo criterio etico fondamentale sono dati dall’unità della famiglia umana e dal suo sviluppo nel bene» e che di conseguenza «occorre impegnarsi incessantemente per favorire un orientamento culturale personalista e comunitario, aperto alla trascendenza, del processo di integrazione planetaria»? oppure, infine, che «la ragione ha sempre bisogno di essere purificata dalla fede» e che di converso «la religione ha sempre bisogno di venir purificata dalla ragione»? Mah… Consoliamoci sapendo che «la verità libera la carità dalle strettoie di un emotivismo che la priva di contenuti relazionali e sociali, e di un fideismo che la priva di respiro umano e universale». Non è però vero che il discorso del Ratzinger sia del tutto privo di un indirizzo ideologico-politico: nelle sue prospettive c’è il miraggio di un corporativismo, nell’abito del quale l’istituzione statale possa operare in veste di garante della legalità, così da favorire quella ridistribuzione del benessere senza la quale le tensioni sociali sfocerebbero in lotta di classe. Per lui la crisi economica mondiale non è però strutturale ma solo accidentale, causata cioè da pochi sconsiderati speculatori finanziari e da qualche raro incauto imprenditore che non ha saputo o potuto rispondere con creatività e innovazione alle esigenze della competitività mercantilista. «L’economia ha bisogno dell’etica per il suo corretto funzionamento» – dice il papa- fermo restando che «è la stessa pluralità delle forme istituzionali di impresa a generare un mercato più civile e al tempo stesso più competitivo». E tuttavia, proprio perché non dice nulla di nuovo, il messaggio della «Caritas in veritate» ha comunque una sua importanza in quanto viene a confermare ai fautori dello spontaneismo liberista l’avallo della Chiesa alla validità del modello di sviluppo globale ove l’impulso competitivo (conforme alla legge della sopravvivenza stabilita nell’Antica Alleanza) trova la sua ragion d’essere nell’ipotetica crescita illimitata della produzione e dei consumi, prescindendo da ogni considerazione ambientalista. All’insegna del motto, di Luigi XV: «Après moi , le déluge!» A questo punto, potremmo persino supporre che Benedetto XVI abbia voluto prenderci tutti per i fondelli, tuttavia conoscendo la sua scarsa propensione all’umorismo, ci par giusto cacciare il pensiero birichino. Guido Bernasconi 9/2009 frei denken. 3 Religionsfreiheit für alle Zwangsabos von «reformiert.» Durch eine Anfrage wurde die Geschäftsstelle darauf aufmerksam, dass die Zeitung «reformiert.» in rund 135 von 150 Gemeinden in den Kantonen Bern, Jura und Solothurn an alle Haushaltungen zugestellt wird. Der «Stopp-Werbung-Kleber» wird dabei laut Auskunft von Verlagsleiter Ch. Lehmann nicht berücksichtigt, da es sich um eine (durch die Kirchgemeinde!) abonnierte Zeitung handle. Die Post führe jedoch eine Negativliste, wo sich Empfänger mit ihrer Adresse eintragen können: sczmittepm@post.ch Diese Zwangsabos sind aus Sicht der Religionsfreiheit eine Frechheit und aus Sicht des Umweltschutzes eine Verschwendung! Der Zentralvorstand wird reagieren. Die Mitglieder werden gebeten, Erfahrungen in ihrer Gemeinde auf der Geschäftsstelle zu melden. gs Anmeldeschluss 30. September 2009 Aus- und Weiterbildung Weltliche Rituale Samstag, 7. November 2009, 9:30 -16:00 Uhr, in Olten Immer mehr Menschen halten Ausschau nach weltlichen Ritualen. Sie in einer besonderen Lebenssituation zu begleiten, ist eine schöne Aufgabe. In allen Sektionen werden weitere RitualbegleiterInnen gebraucht. Kursleitung: Reta Caspar Ritualbegleiterin seit 2001 Die Kurskosten von Fr. 130.- werden den Teilnehmenden von jener Sektion, für die sie aktiv werden, zurückerstattet. Detaillierte Kursausschreibung, Anmeldung und Auskünfte: Geschäftsstelle FVS, 031 371 65 67 (zeitweise Beantworter) auf www.frei-denken.ch unter "Veranstaltungen" oder anfordern via info@frei-denken.ch Ab 5 Teilnehmenden aus den Sektionen findet der Kurs statt. Fortsetzung von Seite 1 scheine «geradezu von edlen Motiven getragen zu sein, im Vergleich zur banalen Befriedigung von Fleischgelüsten». Wolf unterscheidet zwischen einem «starken» und einem «schwachen» Speziesismus». Der «starke Speziesismus» setzt menschliche Interessen aller Art über Interessen von Tieren. Zwar würden sich nur wenige Menschen ausdrücklich und öffentlich dazu bekennen, doch manche Praktiken setzten dieses Prinzip stillschweigend voraus. Mehr Zustimmung finde der «schwache Speziesismus», der nur den wichtigsten und dringlichsten Bedürfnissen von Menschen absolute Priorität gegenüber Interessen der Tiere attestiert; aus dieser Perspektive müssten vitale menschliche Interessen (z.B. auf Leben oder Gesundheit) niemals der Rücksicht auf Tiere weichen. Man denke etwa an Tierversuche, die dazu führen sollten, AIDS oder Krebs zu heilen. Da jedoch viele Krankheiten durch schuldhafte Versäumnisse oder schlechte Gewohnheiten entstünden, sei es problematisch, diese auf Kosten des Lebens und der Lebensqualität unschuldiger Tiere zu kurieren. Säkulare Moral weiter entwickeln Der Speziesismus hat wesentlich zur Entwicklung der Menschenrechte beigetragen, indem er die Gleichwertigkeit der Menschen begründet hat. Wenn sich eine Gesellschaft aber an der Behandlung ihrer Schwächsten misst, dann muss ihre Moral nicht nur die Interessen der an deren Aushandlung Beteiligten, sondern auch die Interessen der vom Ergebnis Betroffenen berücksichtigen. Die Bereitschaft, schwächere Wesen auszubeuten, widerspreche zudem – so Wolf – dem menschlichen Bedürfnis nach Selbstachtung, dem Wunsch, nicht ohne Not auf Kosten anderer empfindungsfähiger Wesen zu leben: einem Humanismus jenseits von Speziesismus. Reta Caspar 1 Trost und Sinngebung Religiöses Monopol in Frage stellen Berner FreidenkerInnen fühlten sich schon seit längerem durch die ausschliesslich christlichen Füll-Texte zwischen den Todesanzeigen von «Bund» und «Berner Zeitung» gestört. Darunter gab es wiederholt Geschmacklosigkeiten wie «Glaubt ihr nicht, so bleibt ihr nicht» oder Diffamierungen, z. B. dass in Ungläubigen «kein Funke Wahrheit» sei. Im Februar 2009 haben wir deswegen an den Verlag, welcher diese beiden Zeitungen herausgibt, folgenden, bewusst persönlich formulierten und an die Mitmenschlichkeit appellierenden Brief geschrieben: «24.6% der Berner Wohnbevölkerung gehören nicht einer christlichen Glaubensgemeinschaft an (Eidgenössische Volkszählung, 2000). Diese 24.6% lieben ihre Angehörigen und Freunde. Sie trauern, wenn jemand nahestehendes stirbt, und benötigen dann Trost – genau wie Christen. Aber in den Texten zwischen den Todesanzeigen Ihrer Zeitung gibt es fast nur für Christen Trost. Als Freidenkerin setze ich mich für die Glaubensfreiheit ein, welche in der Schweizerischen Bundesverfassung ebenso wie in der Europäischen Menschenrechtskonvention festgehalten ist. Ich gehöre zu den 12.7% Konfessionslosen in der Stadt Bern. Es handelt sich dabei um die am schnellsten aus sich heraus, nicht durch Immigration, wachsende weltanschauliche Gruppierung; sie hat von 1990 bis 2000 um 63.5% zugenommen. Im selben Zeitraum hat die Zahl der Protestanten um 22.2%, die der Katholiken um 14.2% abgenommen. Ich bitte Sie, auch Nicht-Christen Trost und Sinngebung zu spenden. Ich erlaube mir, aus freidenkerischer Sicht einige passende Textbeispiele vorzuschlagen, welche Menschen anderer Weltanschauungen nicht ausgrenzen. Wir FreidenkerInnen wären gerne bereit, weitere solche Texte auszuwählen. Und ich könnte mir vorstellen, dass auch nichtchristliche Religionsgemeinschaften sich auf Anfrage gerne beteiligen würden.» Nach hartnäckigem Nachbohren und der Lieferung einer grösseren Zahl säkularer Texte werden seit Mitte Juni regelmässig nicht-religiöse Texte publiziert, welche mitfühlend sind und keine Weltanschauung ausschliessen. Ausserdem scheinen die christlichen Texte moderater als früher. Mittels einer Statistik, welche wir regelmässig dem Zeitungsverlag mitteilen, werden wir die weitere Entwicklung in nächster Zukunft beobachten (Juli: 31% a-religiöse Texte). Trost und Sinngebung werden in der Bevölkerung immer noch stark mit Religion verbunden: Bei offiziellen Trauerfeiern nach Naturkatastrophen oder grossen Unfällen sind Atheisten wahrscheinlich «grosszügig» mitgemeint, aber nicht aktiv vertreten. Spital- und Armeeseelsorge haben kein säkulares Gegenstück. Und im Flüchtlings- und Asylwesen werden gar staatliche Aufgaben an religiöse Vereinigungen delegiert (so führt die Heilsarmee in der Schweiz 15 Asylbewerberzentren, und da die Bekehrung Anders- und Nichtgläubiger zu den wichtigsten Zielen evangelikaler Christen gehört, ist anzunehmen, dass dies dort auch betrieben wird). Ich würde es begrüssen, wenn auch andere Sektionen ihre Tageszeitungen und amtlichen Publikationsorgane dazu bringen würden, auf nicht-christliche Weltanschauungen Rücksicht zu nehmen, als Schritt in Richtung einer veränderten öffentlichen Wahrnehmung. Maja Strasser, Bern J.-C. Wolf: Tierethik. Buchempfehlung auf Seite 6 4 frei denken. 9/2009 Die Evolution der Religion Der Biologe und Philosoph Francisco Ayala und der Publizist Michael Shermer legen ihre Sicht dar, wie religiöser Glaube in der menschlichen Evolution entstanden ist. Quelle: Los Angeles Times, 31. Juli 2009, Übers. Reta Caspar Homo mortalis Francisco J. Ayala Der formale Name der menschlichen Spezies ist Homo sapiens, «wissender Mensch». Als Konsequenz der Evolution sind wir die intelligenteste Spezies auf der Welt. Eine einleuchtende Erklärung dafür, wie unsere Intelligenz entstand, steht im Zusammenhang mit unserem Vorfahren vor 2 Millionen Jahren, dem Homo habilis, der einfache Steinwerkzeuge herstellte. Werkzeuge herstellen setzt voraus, dass man solche Objekte als «Werkzeuge» betrachtet, also als Gegenstand, der für einen bestimmten Zweck gebraucht werden kann: ein Messer zum Schneiden, ein Pfeil zum Jagen etc. Um etwas als Werkzeug zu betrachten, braucht es geistige Bilder von nicht anwesenden Realitäten: das Tier, das ich töten will, das Fleisch dass ich rausschneiden will um zu essen. Diese Vorstellung setzt fortgeschrittene Intelligenz voraus – deshalb gibt es so wenige Tiere, die Werkzeuge nutzen, und ihre Werkzeuge haben so wenig gemein mit den fortgeschrittenen Technologien unserer Spezies. Das Evolutionsszenario geht davon aus, dass die intelligenteren unserer entfernten Vorfahren bessere Werkzeuge herstellen konnten und besser überlebten, weil sie mehr Nahrung bereitstellen konnten und sich besser gegen ihre Feinde verteidigen. Die Intelligenteren hatten deshalb mehr Nachkommen und so haben sich die Intelligenzgene stärker verbreitet. Unsere Intelligenz ist neugierig. Wir wollen die Welt verstehen und wissen, wie und warum was passiert: wir suchen kausale Erklärungen für natürliche Ereignisse. Bevor im 17. Jahrhundert die Wissenschaft führend wurde, haben die Menschen natürliche Ereignisse, für die sie keine Erklärung hatten, übernatürlichen Agenten zugeschrieben. Geister oder Götter haben Regen und Dürre verursacht, Flut und Stürme, Erdbeben und Vulkanausbrüche – als Vergeltung von menschlichem Fehlverhalten. Dieser Glauben hat zu Verehrungsritualen geführt. Kausale Erklärungen für natürliche Ereignisse zu suchen, war also eine der Quellen der Religion. Menschen leben in komplexen Gesellschaften, welche durch Normen und Selbstbewusstsein ist die direkteste und deutlichste unserer Erfahrung. Wenn ich aber weiss, dass ich als bestimmtes Individuum lebe, dann weiss ich auch, dass ich sterben muss, weil ich andere Menschen sterben sehe. Die Beerdigungsrituale mögen verschieden sein, aber sie unterscheiden uns von anderen Lebewesen und sind ein Ausdruck des Todesbewusstseins und des Bewusstseins von Reziprozität: ich behandle Verstorbene respektvoll weil ich nur dann erwarten kann, selbst einmal so behandelt zu werden. Das Todesbewusstsein bringt auch die Todesangst mit sich. Diese Angst wird teilweise gemildert durch religiösen Glauben und durch Rituale, welche unserem Leben Sinn zumessen, obwohl es endlich ist. Darüber hinaus bieten auch viele Religionen tröstliche Vorstellungen über eine unsterbliche «Seele» an in Form von Reinkarnation oder «ewigem Leben» nach dem Tod. Weil die Evolution die Menschen intelligenter werden liess, ist er zur Religion befähigt. Francisco J. Ayala, ist Biologieprofessor an der UC Irvine, Mitglied der U.S. National Academy of Sciences und Träger der U.S. National Medal of Science 2001. Gesetze geregelt werden müssen. Die Suche nach einer Rechtfertigung für moralische Normen und soziale Gesetze war eine zweite Quelle religiösen Glaubens und religiöser Kulte. So hat z. B. Moses dem Volk Israel gesagt, sie sollten die 10 Gebote einhalten, weil sie ihm von Gott gegeben worden seien. Aber da gibt es auch eine dritte Quelle der Religion: die evolutionär bedingte Intelligenz, die Selbstbewusstsein und deshalb auch Todesbewusstsein mit sich brachte. Jede Person ist sich bewusst, ein von anderen Menschen und der Umwelt unterscheidbares Individuum zu sein. Homo religiosus Michael Shermer Hat sich der Mensch evolutionär dazu entwickelt religiös zu sein und an Gott zu glauben? In einem sehr allgemeinen Sinn, ja. Folgendes ist passiert: Vor langer Zeit, in einem ganz anderen Umfeld, hat sich der Mensch dazu entwickelt, sinnvolle Kausalmuster in der Natur zu entdecken, welche Sinn ergaben in seiner Welt, und viele dieser Muster mit zielorientierten Agenten zu verbinden, welche zu animistischen Geistern oder mächtigen Göttern wurden. Als soziale Primatenart haben wir auch soziale Organisationen entwickelt, welche geeignet waren, ein Zusammengehörigkeitsgefühl zu fördern und moralische Regeln durchzusetzen. Menschen glauben an Gott, weil sie Muster suchende Primaten sind. Wir verbinden A und B und C, während sehr oft A mit B verbunden ist und B mit C – man nennt dies Assoziationslernen. Aber wir haben in unserem Gehirn keinen Detektor für falsche Muster und machen deshalb Denkfehler. Fehlertyp 1 besteht darin, ein Muster zu finden, das nicht existiert (positiv falsch). Fehlertyp 2 besteht darin, kein Muster finden, obwohl eines besteht (negativ falsch). Stellen wir uns vor, wir sind als Mensch auf den Ebenen Afrikas und hören ein Rascheln im Gras. Ist es ein gefährliches Raubtier oder nur der Wind? Wer annimmt, es ist ein Raubtier während es nur der Wind ist, macht einen Fehler vom Typ 1, aber ohne Schaden. Wer jedoch annimmt, es sei nur der Wind, während es in Wirklichkeit ein Raubtier ist, hat eine grosse Chance als dessen Mahlzeit zu enden und so aus dem menschlichen Genpool zu verschwinden. Das würde eine natürliche Selektion ergeben zugunsten jener Menschen, welche überall potenziell gefährliche Muster annehmen. Ich nenne diese Tendenz «patternicity», d.h. die Tendenz in zufälligen Ereignissen bedeutungsvolle Muster zu sehen. Dazu kommt die «agenticity», die Tendenz zu glauben, dass die Welt von unsichtbaren, absichtsvollen Agenten kontrolliert wird, welche schaden können. Die ist m. E. die Basis des Glaubens an Seelen, Geistern, Götter, Dämo- > S. 5 9/2009 frei denken. 5 Sozialforschung Säkulare Menschen sind toleranter Im Rahmen des Nationalen Forschungsprogramms «Rechtsextremismus – Ursachen und Gegenmassnahmen» befragte ein Team um Prof. Cattacin vom Soziologischen Institut der Universität Genf 3000 in der Schweiz lebende Personen. Dabei wurde mit insgesamt 90 Fragen die Einstellung gegenüber Frauen und gegenüber Minderheiten wie Homosexuellen, Ausländern, Muslimen und Juden eruiert. Die Resultate legen nahe, dass Menschenfeindlichkeit, Fremdenfeindlichkeit (Xenophobie) und Rechtsextremismus in der Schweiz keineswegs aussergewöhnlich sind. So fanden sich bei 20% der Bevölkerung antijudaische, bei 30% antiislamische Anschauungen. Eine ausländerfeindliche Haltung hatte gar eine Mehrheit, wobei pragmatische Ansichten diese wiederum relativierten: so bejahten 82%, dass Ausländer die Arbeit machen, welche Schweizer nicht (mehr) ausüben wollen, und 57%, dass Ausländer auf dem Arbeitsmarkt diskriminiert werden. 61% wünschten mehr staatliche Massnahmen zur besseren Integration von Ausländern. Homophobe Ansichten vertraten etwas mehr als ein Drittel der Bevölkerung, und 42% fanden, dass Frauen eine traditionelle Rolle als Mutter und Hausfrau leben sollten. Rechtsextremistisches Gedankengut, z. B. dass Gewalt Probleme lösen kann, wurden bei 6-7% der Befragten festgestellt. Eine Analyse nach Religion zeigt einen Zusammenhang zwischen Religiosität und Menschenfeindlichkeit: Säkulare sind insgesamt toleranter als Gläubige. Fortsetzung von Seite 4 So fanden 26% der Katholiken, 24% der Protestanten, 28% der Muslime und 18% der Nichtreligiösen, dass Juden selber schuld an ihrer eigenen Verfolgung seien. Und 43% der Katholiken, 43% der Protestanten, 55% der Muslime und 29% der Nichtreligiösen bejahten, dass für die Gleichberechtigung der Frau genug getan worden sei. Doppelt so viele Katholiken wie Säkulare waren der Meinung, Frauen sollen eine traditionelle Rolle als Hausfrau und Mutter einnehmen. Fremdenfeindlichkeit war unter Protestanten verbreiteter als bei Katholiken, Muslimen und Säkularen; da bei den Katholiken und Muslimen der Ausländeranteil höher ist, täuscht wohl der Zusammenhalt innerhalb der eigenen Gruppe eine Toleranz gegenüber Ausländern vor. Prof. Cattacin sagte dazu im Berner «Bund» vom 11.3.06: «Nichtreligiöse sind klar weniger rassistisch, weniger sexistisch, weniger homophob, weniger xenophob. Man darf daraus jedoch nicht ableiten, dass jeder Nichtreligiöse tolerant ist.» Der Sozialpsychologe Andreas Zick hat in Deutschland vergleichbare Resultate gefunden: «Religiosität macht – unabhängig von der Religion – vorurteilsbereiter.» Möglicherweise tragen Säkulare also mehr zum sozialen Frieden bei als die Gläubigen. Die Frage, ob es der Schweiz ohne Religion und Kirche besser ginge, verneint Cattacin aber entschieden: «Eine pluralistische Gesellschaft braucht nebst Pragmatismus auch eine sinnstiftende Referenz.» Die Kirchen verhielten sich jedoch häufig als «Bastion gegen die Moderne» und seien «gefangen» nen, Engel, Ausserirdische, intelligente Designer, Verschwörungstheorien und allerlei unsichtbare Agenten, welche uns bedrohen oder helfen sollen. Menschen sind aber auch gläubig, weil sie sozial sind und in der Gesellschaft vorankommen wollen. Moralische Gefühle im Menschen und moralische Prinzipien von Gruppen haben sich primär durch natürliche Selektion auf der Ebene des Individuums entwickelt, sekundär durch Gruppenselektion auf der Ebene von Populationen. Der moralische Sinn – das Gefühl «Gutes zu tun» in der Form von positiven Gefühlen wie Rechtschaffenheit und Stolz oder Sinn, oder umgekehrt das Gefühl etwas Schlechtes zu tun in Form von negativen Gefühlen wie Schuld und Scham – entwickelte sich aus Verhaltensweisen, welche evolutionär selektioniert wurden, weil sie entweder gut für das Individuum waren oder für die Gruppe. Während die Kulturen sich darin unterscheiden, was sie als gut oder schlecht definieren, ist der moralische Sinn, sich gut oder schlecht zu fühlen, universell. Die Kodifizierung von moralischen Prinzipien entwickelte sich als Form der Kontrolle zur Sicherung des Überlebens von Individuen in der Gruppe und der Gruppe als Ganzes. Religion war die erste soziale Institution, welche moralische Prinzipien festlegte und «Gott» – als erklärendes Muster für den Gang der Welt – wurde zum Vollstrecker dieser Regeln. Deshalb sind Menschen religiös und glauben an Gott. Dr. Michael Shermer ist Gründer des Skeptic magazine (www.skeptic.com), Präsident der Skeptics Society, Kolumnist bei der Zeitschrift Scientific American, Professor für Oekonomie an der Claremont Graduate University. durch die Ansprüche der Gläubigen: «Die Leute kommen ja nicht, um etwas Neues zu hören.» Genau dies – einen neuen Umgang mit Vielfalt – brauche aber die Gesellschaft gegenwärtig. Faktoren für menschenfreundlichere Einstellungen seien Bildung und die tägliche Erfahrung des Andersseins. Zwei Faktoren könnten demnach im Mittelpunkt einer Strategie gegen das Risiko zunehmend radikalerer Meinungen stehen: Information und die Stärkung von sozialen Kontakten zwischen verschiedenen Menschengruppen. Die einzige Stellungnahme von religiöser Seite, welche sich im Internet zu dieser Studie findet, erschien im November 2006 in Lamed, einer «Zeitschrift für Kirche und Judentum». Dr. theol. Hanspeter Ernst, Geschäftsleiter der Stiftung «Zürcher Lehrhaus – Judentum, Christentum, Islam», gab darin zu bedenken, dass es mit wohlgemeinten Stellungnahmen kirchlicher Kreise nicht getan sei. Hingegen brauche es «konstante Reflexion der religiösen Praxis,... kritische Hinterfragung eigener religiöser Positionen und des eigenen Schrift- und Selbstverständnisses,... das Überdenken des Verhältnisses zwischen Religion und Gesellschaft,... den Dialog mit den Anderen», um wirksam gegen Vorurteile anzugehen. Das Selbstverständnis der Christen beruht wesentlich auf dem biblischen Gebot der Nächstenliebe. Wahrscheinlich war mit dem «Nächsten» ursprünglich wirklich nur der «Bruder», «Stammesgenosse», das «Kind des eigenen Volkes» gemeint. Jedenfalls scheint die vielgerühmte christliche Nächsten- und Feindesliebe die Intoleranz gegenüber Minderheiten nicht aufzuwiegen. Oder, wie der Philosoph und Schriftsteller William James Durant (1885-1981) es ausdrückte: «Intoleranz ist die natürliche Begleiterscheinung eines starken Glaubens. Toleranz gedeiht nur, wenn der Glaube an Gewissheit einbüsst; die Gewissheit ist mörderisch.» Maja Strasser, Bern Quelle: Monitoring von rechtsextremen Einstellungen, Fremdenfeindlichkeit und Menschenhass in der Schweiz. Eine explorative Studie. Sandro Cattacin, Brigitta Gerber, Massimo Sardi und Robert Wegener (2006). Inserat Die Grünschwätzer Alle reden vom Umweltschutz und niemand redet von der Überbevölkerung der Erde. Vor 2 000 Jahren haben auf der Welt 300 Millionen Menschen gelebt. Heute sind es 6,8 Milliarden, und die Weltbevölkerung wächst weiter und nimmt jedes Jahr um 80 Millionen Menschen zu. Die ökologische Belastung des Planeten durch die Menschenmassen hat gravierende Folgen. Der Wohlstand der Industrieländer basiert auf den billigen fossilen Rohstoffen, die langsam zu Neige gehen. Milliarden von Menschen leben in Armut und bis zum Jahr 2050 wird die Weltbevölkerung um 40 Prozent zunehmen und das vorwiegend in den Entwicklungsländern. Dieses Buch geht auf die Gründe der Überbevölkerung ein, und die Tabus, warum so wenig über dieses Thema geschrieben wird. Dudo Erny Die Grünschwätzer Evolution, Überbevölkerung und Umweltschutz BOD, 152 Seiten, CHF 26.50 ISBN 978-3-8334-7151-3 6 frei denken. 9/2009 Büchertisch Michael Schmidt-Salomon: Jenseits von Gut und Böse Jenseits von Gut und Böse Pendo 11.9.2009 Seiten: 304, CHF 34.90 ISBN 3866122128 Säkulare Umschau Evangelische Allianz: Kampf gegen den Atheismus Der Vorsitzende der Europäischen Evangelischen Allianz (EEA), der Tscheche Jiri Unger, hat zum Kampf gegen den Atheismus aufgerufen. In einem Seminar bezeichnete er am 30. Juli den Atheismus als die am schnellsten wachsende Weltanschauung in Europa. Ein Grund dafür sei, dass viele Christen nicht mehr von der Tragfähigkeit ihres Glaubens überzeugt seien. Ausserdem betrachteten sie den Glauben als Privatangelegenheit, die nicht in die Öffentlichkeit gehöre. Hinzu komme eine weithin materialistische Einstellung, die sich auf das Selbstbewusstsein christlicher Gemeinden meist zerstörerischer auswirke als etwa eine staatliche Verfolgung. Laut Unger braucht Europa eine neue Generation von gut ausgebildeten Christen, die intellektuell auf den Kampf der Ideologien vorbereitet seien. Sie sollten die Hoffnung verbreiten können, dass das Evangelium Gesellschaften verändere. In Brüssel unterhält die Europäische Evangelische Allianz ein Kontaktbüro, um Politikern und Europäischen Institutionen christliche Positionen zu vermitteln. Die EEA vertritt 35 nationale Allianzen mit rund 15 Millionen Mitgliedern, darunter auch reformierte Kirchgemeinden. www.ead.de (hpd) «Jenseits von Gut und Böse – Warum wir ohne Moral die besseren Menschen sind» lautet der Titel des neuen Buchs von Michael Schmidt-Salomon, das am 11. September im Pendo Verlag (Piper) erscheinen wird. «Es ist mein wichtigstes Buch», sagt der Autor selbst – und hat wahrscheinlich Recht damit: Denn wo Nietzsches «Umwertung aller Werte» einst endete, setzt Schmidt-Salomon neu an. Wohl nie zuvor wurde das traditionelle Weltbild so radikal in Frage gestellt, wurde die naturalistisch-humanistische Position so konsequent zu Ende gedacht und dabei zugleich derart anschaulich geschildert. «Jenseits von Gut und Böse» hiess bekanntlich schon ein Werk Friedrich Nietzsches. Schmidt-Salomon dazu: «Der Titel war nicht meine Idee, sondern eine des Verlags. Obwohl er den Inhalt des Buchs hervorragend trifft, war mir im ersten Moment unwohl bei dem Gedanken, mich so offensichtlich an Nietzsche anzulehnen. Dann erinnerte ich mich jedoch daran, wie Nietzsche sein Werk untertitelt hatte: ‹Vorspiel einer Philosophie der Zukunft›. Und das hat nun wirklich seinen Reiz. (…) Der Punkt ist, dass wir heute aufgrund des gestiegenen Wissenstandes viel leichter die Anforderungen einlösen können, die Nietzsche an eine ‹Philosophie der Zukunft› stellte. Der ‹Umwerter aller Werte› wusste noch nichts von den Erkenntnissen der Hirnforschung, Genetik, Evolutionsbiologie, Psychologie und Soziologie. (...) Nietzsche hätte den konsequenten Abschied von Gut und Böse (...) zweifellos begrüsst. Was die Absage an den ‹Moralismus-Wahn› betrifft, liegen wir auf einer Linie.» Ganzes Interview auf www.hpd.de HL Schweiz: Anti-Abtreibungs-Demos vor Spitälern Human Life Schweiz führt die aus den USA bekannten Demonstrationen vor Kliniken, in denen Abtreibungen vorgenommen werden, auch in der Schweiz durch. In den USA hat die Abtreibungsdebatte einen neuen traurigen Höhepunkt erlebt, als am 1. Juni 2009 ein Arzt erschossen wurde. Er selbst und seine Praxis waren bereits in den 90er Jahren Ziel von Anschlägen. Es stellt sich die Frage, ob regelmässige Demonstrationen im öffentlichen Raum, deren Zweck einzig der moralische Druck auf Angestellte und Patientinnen eines öffentlichen Spitals ist, welche sich gesetzeskonform verhalten, durch die Demonstrationsfreiheit gedeckt sind. Vor dem Spital wird etwa vernehmbar gebetet: "Beten wir für die Ärzte und Krankenschwestern, die ihre Fähigkeiten zum Töten einsetzen, statt zum Heilen, damit sie bereuen und umkehren." Pro Life-Kampagne Human Life Schweiz ist 1991 als 38. Ableger von Human Life International gegründet worden. Pro Life ist eine Kampagne von Human Life International, einer katholischen Bewegung, welche die Geburtenkontrolle und den Schwangerschaftsabbruch bekämpft. Präsident von Human Life Schweiz ist Dr. med. Urs Kayser, der auch Präsident er Bioethik-Kommission der Schweizerischen Bischofskonferenz ist. Human Life Schweiz ist Mitglied des 2009 gegründeten «Bündnis Christliche Schweiz BCS». Demonstrationen sind angekündigt in Bern 29.9., 31.10., 28.11., 19.12.2009 St. Gallen 12.9., 3.10., 14.11., 5.12.2009 Wil SG 19.9., 10.10., 21.11., 12.12.2009 Zürich 12.9., 24.10., 14.11.2009 www.human-life.ch, www.buendnis-c.ch Tierethik – die aktuelle Diskussion Jean-Claude Wolf: Tierethik Verlag: Fischer Auflage: 2., 2005 Seiten: 150, CHF 39.ISBN 3891314159 Jean-Claude Wolfs «Tierethik» gehört zu den Standardwerken der deutschsprachigen tierethischen Diskussion. Erstmals 1992 erschienen, ist das Werk nach wie vor eine der besten Einführungen in die Grundlagen und zentralen Argumentationslinien der Tierethik. Für die Neuausgabe wurde der Text durch ein Nachwort und eine Bibliographie zu Neuerscheinungen seit 1992 ergänzt. Wolf beginnt seine Ausführungen mit einer Analyse des Darwinschen Paradigmas: Eigentlich hätte auf die Evolutionslehre und ihre These der nahen Verwandtschaft der Menschen mit anderen Tieren auch ein gesellschaftlich-moralischer Paradigmenwechsel folgen sollen. Doch kam es dazu nicht. Die Rolle des Menschen wurde von der Krone der Schöpfung zur Krone der Evolution umgedeutet. Nach Wolf beruht die anthropozentrische Höherbewertung menschlicher Personen u. a. darauf, dass vorausgesetzt wird, dass menschliche Personen objektiv – also nicht nur für sie selbst – ein reicheres und sinnvolleres Leben haben. Das sei aber de facto nur subjektiv so. Jean-Claude Wolf, geboren 1953, ist Ordinarius für Ethik und politische Philosophie an der Universität Fribourg, Schweiz. Prozessionsbericht aus Bern Ein Mitglied der FreidenkerInnen Region Bern hatte sich im Vorfeld an die Polizei gewandt. Die Antwort des Polizeiinspektorats: «Diese monatlichen Schweigeminuten wurden genehmigt!» Mitglieder der FreidenkerInnen Region Bern betätigten sich als ProzessionsbeobachterInnen: «8 Frauen, 2 Männer und ein Pfarrer nahmen an der Prozession teil. Sie sangen fromme Lieder und beteten, nicht sehr laut, alles auf Usula Wolf (Hrsg.): Texte zur Tierethik Reclam Universal-Bibliothek, Band 18535, 2008 Seiten: 340, CHF 15.50 ISBN 3150185351 Anhand von Originaltexten (zum grossen Teil erstmals auf Deutsch übersetzt) wird ein Überblick gegeben über das heutige philosophische Nachdenken über die moralisch angemessene Behandlung von Tieren. Gegliedert ist er in zwei Teile: einen theoretischen und einen Anwendungsteil, in dem unter anderem untersucht wird, was Leid für Tiere überhaupt bedeuten könnte, ob man Tiere töten darf und ob ihr Leben einen Wert hat; Thema ist auch die Problematik des sogenannten «Tierverbrauchs», also der Nutzung von Tieren zum Zweck der Nahrungsgewinnung oder der Forschung. Beiträge u. a. von Peter Singer (Utilitarismus); Tom Regan (Tierrechte), Klaus Peter Rippe (Würde der Kreatur), Mark Rowlands (Gerechtikeit für alle), Josephine Donovan (Mitleidsethik). Foto E.&P. S. 9/2009 frei denken. 7 Deutsch. Störend war das nicht, eher seltsam, jedenfalls drehten sich verschiedene Passanten nach ihnen um. Vor dem Frauenspital wurden sie von der Polizei aufgehalten und nach 5 Minuten Diskussion gingen sie auf die andere Seite der Effingerstrasse, wo sie weiter sangen und beteten und zum Schluss niederknieten (siehe Bild). Ein Anwohner äusserte sich sehr ablehnend der Sache gegenüber. Ein anderer schaute sehr irritiert zum Fenster raus. Ein Mann und eine Frau, die aus der Klinik kamen, wirkten ebenfalls unangenhem irritiert durch den Auftritt. Von Schweigeminuten kann keine Rede sein. Es wurde mindestens 10 Minuten gebetet und gesungen. Immerhin war – wohl aufgrund der Intervention der FVS – die Polizei zur Stelle und hat sie vom Spitalgelände weggewiesen. Wir bleiben dran ...» E.+P. S. , C. G. Bewilligung sistiert Aufgrund der Intervention einer Berner Freidenkerin ist die Bewilligung der Berner Polizei inzwischen sistiert worden und wurde eine Neubeurteilung in Aussicht gestellt. Die Berner Freidenkerin hat zuhanden dieser Neubeurteilung angeregt, dass diese Prozessionen und Demonstrationen in Zukunft nicht mehr monatlich zugelassen werden sollen und nicht im Umkreis von 300 Metern um die Frauenklinik oder andere Spitäler – zum Schutz der betroffenen Frauen und des Spitalpersonals. Zudem sollen sie Passanten den Weg nicht versperrt dürfen. SF TV: Dokumentarfilmreihe zur Religionslandschaft Schweiz «Mein Gott. Dein Gott. Kein Gott» Die religiöse Landschaft der Schweiz befindet sich im Umbruch. Die etablierten christlichen Kirchen haben an Bedeutung eingebüsst und Mitglieder verloren. Mindestens jeder zehnte Schweizer bezeichnet sich als konfessionslos, Tendenz steigend. Protestanten und Katholiken erleben die massive Konkurrenz von Freikirchen und von Ausländern, die ihre eigene Kirche bilden. Die Reihe «Mein Gott. Dein Gott. Kein Gott» der Sternstunde Religion dokumentiert den Umbruch der Religionslandschaft Schweiz und rückt Menschen aus diesen wachsenden religiösen Gemeinschaften sowie «Gottlose» ins Zentrum. Die Suche nach Heimat spielt dabei immer wieder eine wichtige Rolle. Wie leben «Freikirchler» ihren Glauben im Alltag? Worauf vertrauen Konfessionslose in Krisenzeiten? Wie gehen Muslime mit den verbreiteten Vorurteilen über sie um? Wie weit sind orthodoxe und liberale Juden voneinander entfernt? Wie verbinden Hindus und Buddhisten ihre Religion mit dem Schweizer Alltag? Wie erleben Migranten die Gläubigen in der Schweiz? Sternstunde Religion vom 30. August 2009: «Jesus, ich ha Dich mega gern». Freikirchen in der Schweiz. Im Archiv von www.sf.tv.ch Sternstunde Religion vom 13. September 2009: 10:00 Ohne Gott kein Zwang. Konfessionslose in der Schweiz. Ein Film von Paul Riniker FVS-Agenda Zentralvorstand Sa. 17. Oktober 2009 im Freidenkerhaus Bern Grosser Vorstand 2009 Sa. 21. November in Olten Basel - Nordwestschweiz Jeden letzten Freitag ab 19:00 Freie Zusammenkunft Rest. "Spillmann", Eisengasse 1 Basel – Union Jeden letzten Freitag ab 19:00 Freie Zusammenkunft Rest. "Spillmann", Eisengasse 1 Einführung ins freie Denken Sommerpause bis 2. Oktober 2009 Bern Leben ohne Gott und Glauben: Eine wachsende Zahl von Menschen in der Schweiz sind konfessionslos. Sie negieren die Existenz eines Gottes, sind sogenannte Atheisten, oder sie fragen nicht danach, sind Agnostiker. Der Film porträtiert drei konfessionslose Menschen mit unterschiedlichen Haltungen. Der kämpferische Immunologe Beda Stadler erklärt die Welt wissenschaftlich und hat für Glauben nur Spott übrig. Reta Caspar kämpft als Geschäftsführerin der Freidenker-Vereinigung der Schweiz dafür, dass Nichtgläubige genau so akzeptiert werden wie beispielsweise Reformierte und Katholiken. Die Studentin Olga Riniker, die Tochter des Filmautors, ist konfessionslos aufgewachsen und lässt sich in ihrer Wertehaltung trotzdem vom christlichen Umfeld inspirieren. Sternstunde Religion vom 27. September 2009, 10:00 Die fremden Nachbarn. Muslime in der Schweiz. Ein Film von Yusuf Yesilöz Montag, 14. Sept. 15:00 Seniorentreff im Freidenkerhaus, Weissensteinstr. 49B Montag, 14. Sept. 19:00 Abendtreff Rest. "National" Hirschengraben 24, Bern Grenchen SA, 12. 9.2009 13:30 FVS-Mitglied Marc Gisi führt durchs Anthropologische Museum der Universität Zürich-Irchel Winterthurerstr. 190, 8057 Zürich Eintritt frei. Anmeldung bis 5.9. bei gisi@aim.uzh.ch oder 044 635 54 26. Alle sind herzlich eingeladen! Zahlreiche Menschen aus muslimischen Ländern leben in der Schweiz, mittlerweile sind es über 300 000. Sie gehören verschiedenen Nationen und kulturellen Traditionen an. Ein mazedonischer Imam in Kreuzlingen, eine Türkin in Winterthur und ein bosnischer Informatiker stehen für die Vielfalt des Islam. www.sf.tv.ch Schaffhausen Café CoopCity Jeden Samstag 10-11:00 Freidenkerstamm Kanton Zürich Datenschutz im Spital Das Kantonsspital Winterthur hat wegen des Datenschutzes seine Informationspraxis geändert. Bis anhin meldete das Spital den reformierten und den katholischen Pfarrämtern automatisch, welche Kirchenmitglieder in Spitalbetten lagen. Neu kann ein Patient auf dem Anmeldeformular selber angeben, ob das Pfarramt der Wohngemeinde benachrichtigt werden soll oder nicht. Auch an anderen Zürcher Spitälern gibt es keine automatische Information an die Pfarrämter mehr. Tages-Anzeiger 8.8.2009 Die FVS begrüsst diese Praxisänderung. Sie hat vor einem Jahr im Kanton Bern – mit Unterstützung des Datenschutzbeauftragten – erreicht, dass die Formulare der kantonalen Spitäler abgeändert wurden. Die Konfession wird nun als freiwillige Angabe auf dem Formular aufgeführt. rc Winterthur Aus der Welt der Religionen Juden beten gegen die Schweinegrippe Am 10. August 2009 sind 50 Rabbis mit einem Flugzeug über Israel gekreist und haben mit Kabbalah-Gebeten und zeremoniellen Schafshornklängen gegen die Ausbreitung der Schweinegrippe in Israel gebetet. Sie waren anschliessend überzeugt, dass sie dadurch das Virus, das bis zu diesem Zeitpunkt in Israel rund 2'000 Menschen befallen und 5 Menschen das Leben gekostet hat, besiegt hätten. BBC News ,12.8.2009 Donnerstag, 17. Sept. 20:00 Evolution contra Schöpfung Podiumsdiskussion Prof. Peter Schmid Anthropologe Uni ZH Dr. Roger Liebi Theologe, Kreationist Alte Kaserne, Technikumstr. 8 Zürich Montag, 7. Sept. 14:30 Freie Zusammenkunft Restaurant "Schweighof". Schweighofstr. 232, 8045 Zürich Stand der Plakatkampagne Christen beten gegen / für den Gletscher Die Walliser Katholiken haben mehr als 300 Jahre in einer jährlichen Prozession ihren Gott gebeten, sie vor dem Aletschgletscher zu bewahren. Angesichts des alarmierenden Gletscherrückzugs in den letzten Jahren sind sie jetzt beunruhigt über den viel zu starken göttlichen Beistand und haben den Papst um das Einverständnis gebeten, künftig für das Anwachsen des Gletschers beten zu dürfen. 20 Minuten, 5.8.2009 Da ist wahrscheinlich kein Gott...» Spendenziel: Fr. 22'000.Stand 20.8.09: Fr. 19'251.Postkonto: 85-535254-7 Spendenkonto Freidenker-Vereinigung der Schweiz 3001 Bern IBAN: CH2709000000855352547 BIC: POFICHBEXXX www.geniess-das-leben.ch Freidenker-Vereinigung der Schweiz FVS Mitglied der Internationalen Humanistischen und Ethischen Union (IHEU) www.frei-denken.ch Kontakte für weltliche Feiern Basel: Freidenker Nordwestschweiz 061 321 31 48 Basel: Freidenker-Union 061 601 03 43 oder 061 601 03 23 Bern / Freiburg / Wallis 079 449 54 45 oder 079 795 15 92 Grenchen und Umgebung 076 539 93 01 oder 032 645 38 54 Mittelland 062 926 16 33 St. Gallen / Ostschweiz 052 337 22 66 Vaud / Jura / Neuchâtel / Valais 026 660 46 78 ou 022 361 94 00 Winterthur / Schaffhausen 052 337 22 66 Zentralschweiz 041 855 10 59 Zürich 079 668 49 71 Sollte unter der regionalen Nummer niemand zu erreichen sein, wenden Sie sich bitte an die FVS-Geschäftsstelle: 031 371 65 67 oder an 052 337 22 66 Basel / Nordwestschweiz Freidenker Nordwestschweiz Postfach 260 4010 Basel basel-nws@frei-denken.ch Präsident: H. Mohler 061 261 36 19 Mitgliederdienst: B. Bisig 061 321 31 48 Vaud incl. JU / NE / VS Ass. vaudoise de la Libre Pensée CP 5264 1002 Lausanne vaud@frei-denken.ch Président: Secrétariat: J. P. Ravay 022 361 94 00 026 660 46 78 Freidenker-Union Basel Postfach 4471 4002 Basel basel-union@frei-denken.ch Präsident: G. Rudolf 061 601 03 43 Mitgliederdienst: 061 601 03 23 Winterthur Freidenker Winterthur Postfach 1806 8401 Winterthur winterthur@frei-denken.ch Präsident: K. Schmid 052 337 06 27 Bern inkl. FR / VS FreidenkerInnen Region Bern Postfach 831 3550 Langnau regionbern@frei-denken.ch Präsident: D. Aellig 079 449 54 45 Zentralschweiz Freidenker Zentralschweiz Zugerstr. 35 6415 Arth zentralschweiz@frei-denken.ch Präsidentin: G. Annen 041 855 10 59 Genève Libre Pensée de Genève 27 ch. des quoattes 1285 Avusy genève@frei-denken.ch Président: J. P. Bouquet 022 756 40 49 Zürich Freidenker Zürich Postfach 3353 8021 Zürich zuerich@frei-denken.ch Präsident A. Kyriacou 044 253 18 96 Mitgliederdienst: M. Dobler 044 341 38 57 A. Bachmann 044 463 41 89 Grenchen und Umgebung Freidenker Grenchen u. Umgebung Postfach 418 2540 Grenchen grenchen@frei-denken.ch Präsident: S. Mauerhofer 076 478 69 94 Mitgliederdienst/ L. Höhneisen Krankenbesuche 076 539 93 01 Bitte Adressänderung melden und Kosten sparen FVS / ASLP Zentralkasse Postfach 217 CH-2545 Selzach zentralkasse@frei-denken.ch Freidenker-Vereinigung der Schweiz FVS Geschäftsstelle Weissensteinstr. 49b Postfach CH-3001 Bern Tel. 031 371 65 67 Fax 031 371 65 68 Mittelland Freidenker Mittelland Postfach 56 4628 Wolfwil mittelland@frei-denken.ch Präsident: H. Haldimann 062 926 16 33 info@frei-denken.ch Postkonto: 84-4452-6 Ostschweiz Freidenker Ostschweiz Postfach 359 9001 St. Gallen ostschweiz@frei-denken.ch Kontakt: M. 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